Vuelta, Horner: "Ora voglio un team che mi aiuti a vincere il Tour"

La favola del nonnetto che trionfa a quasi 42 anni nella Vuelta ha avuto il suo lieto fine. C’è qualcosa di speciale nel trionfo di Chris Horner, arrivato a Madrid da trionfatore quando alla vigilia nessuno lo accreditava di un successo. Forse neanche lui stesso ci credeva ma rivela: “E’ stata una Vuelta fantastica, ho amato questa corsa sin dal primo momento. Già dopo la crono a squadre, grazie al lavoro di Cancellara, sapevo di poter prendere la maglia rossa. Non speravo di riuscire davvero a vincere la corsa ma sapevo che avrei avuto la mia chance per far bene. E’ un sogno che si avvera”. Vincere alla sua età ha anche vantaggi insospettabili: “Ho lavorato duro sempre, sono 20 anni che sono nel ciclismo professionistico, i miei colleghi hanno figli piccoli che non possono capire le loro imprese, io invece ho due figlie di 14 e 17 anni ed un figlio di 11 anni. Possono apprezzare cosa è riuscito a realizzare il loro papà e questa per me è la vittoria più grande. La Spagna è un paese speciale per me, mi sono sempre sentito a casa qui ed è un po’ la mia seconda patria”. Horner ripercorre i momenti che lo hanno portato al primo posto del podio: “Nibali è stato un grande avversario, è stato difficile per me difendere la maglia rossa: la salita dell’Angliru è stata la più dura che ho mai corso”. Sul futuro non si sbilancia: “Ogni anno riesco sempre a trovare le motivazioni per andare avanti, ora non so per chi correrò l’anno prossimo. Il mio contratto con la RadioShack scade, spero di gareggiare con un team che mi aiuti a vincere il Tour. Voglio continuare ancora la mia carriera per almeno due anni, se le gambe funzionano come oggi. Ma per vincere serve anche la testa”.