Quintana: Anche in Colombia a 3000 metri di altitudine fa questo freddo
15/03/2015 18:57
Più forte di Contador e Nibali ma anche della tormenta di neve che ha reso la tappa del Terminillo della Tirreno-Adriatico ancor più dura. Nairo
Quintana ha vinto da campione vero, dimostrando di essere il più in forma tra tutti i big sulle montagne del reatino: “È la prima vittoria dell'anno. Voglio ringraziare tutta la mia squadra. Voglio ringraziare la mia famiglia. Il mio trionfo lo devo a loro. Quando ho attaccato ho guardato i rivali. Ho visto che dietro non poteva esserci nessuno che potesse seguirmi da dietro. Ho aspettato il momento giusto. Nel finale c'era molta tensione con i big che si guardavano. Ieri Poels ha approfittato di questo per attaccare e oggi ho rivisto quella situazione. Quando ho visto che aumentava la differenza sono andato avanti e sono arrivato da solo". La neve non l’ha spaventato: "In Colombia vivo a 3000 metri di altitudine - spiega - Alcuni giorni la mattina fanno 4 - 5 gradi con molto freddo. A volte siamo arrivati a 0 gradi Non è il freddo che fa qui ma uno ci si abitua. Non è la prima volta che corro in condizioni simili. Oltre al Giro scorso anche alla Volta a Catalunya o in altre corse. Dietro comunque ho una grande squadra che mi aiuta nei momenti chiave e mi permette di fare questo". Infine Quintana ha detto la sua sulle condizioni meteo estreme in cui talvolta si disputano le corse. "Penso che bisogna analizzare meglio la cosa - spiega - Prima di tutto va la nostra sicurezza quando fa troppo caldo, troppo freddo o ci sono circuiti che mettono a rischio la vita dei corridori. Siamo esseri umani e invito tutti gli organizzatori a mettersi una mano sul cuore pensando a noi. Oggi c'erano le condizioni per correre perché arrivavamo in salita e non era pericoloso. Quando però ci sono salite e discese servirebbe maggiore considerazione perché siamo esseri umani che offriamo uno spettacolo alla gente".
Stefano Grandi
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