Ciclismo, Bruyneel lascia le corse: Ma non sono un diavolo

Ha deciso di dire basta con il ciclismo, forse prima che fosse il ciclismo a dargli lo stop. Johan Bruyneel ha annunciato all’emittente lussemburghese Rtl di volere abbandonare definitivamente il mondo delle corse, dopo la vicenda doping che lo ha travolto. L’ex dirigente di Astana e Radioshack dovrà difendersi dalle accuse che piovono sul suo capo in aula a Londra dal 16 al 20 dicembre, assieme agli spagnoli Marti e Celaya, rispettivamente ex preparatore fisico ed ex medico dell’Us Postal, davanti al tribunale dell’Arbitrato della Wada. La carriera del 49enne belga è legata a doppio filo alla Us Postal ed il doping di squadra praticato a cavallo tra gli anni 90 e 2000 lo ha progressivamente messo fuori gioco quando è venuta a galla la verità. Lui però dice: “Ho deciso di chiudere con il ciclismo, voglio andare avanti con la mia vita ed è quello che sto cercando di fare. Non mi sento un diavolo anche se la gente sta cercando di far passare me ed Armstrong come tali”. Sul futuro del ciclismo e la lotta al doping annunciata dal nuovo presidente dell’Uci aggiunge: “Mi fido di Brian Cookson ma non credo che potrà cambiare le cose dall’oggi al domani”. Di fatto Bruyneel è fuori dal mondo del ciclismo dall’ottobre del 2012, quando la RadioSchack rese ufficiale il divorzio perché “non poteva dirigere la squadra in maniera efficiente e garantire la serenità e la coesione all’interno del team”.

Stefano Grandi