06/11/2016 20:10
Andy Murray spiega come ha fatto a mantenere la tranquillità prima della finale del Masters 1000 di Parigi-Bercy, vinta su John Isner il giorno dopo la certezza di aver conquistato la posizione numero 1 nel ranking Atp: "A volte, dopo aver compiuto qualcosa di grande, ci si sente svuotati", sottolinea lo scozzese. "Io non ho avvertito in alcun modo questa sensazione prima dell'incontro. Ero solo nervoso per la finale, ma una volta che ho iniziato a giocare, non pensavo ad altro che a vincere".
Murray confessa che non si aspettava di sorpassare Djokovic già prima della fine del 2016: "No, non me lo aspettavo affatto, anche dopo il Roland Garros. Diventare il numero 1 non è come vincere una finale dello Slam, è una sensazione molto divera. Quale messaggio di congratulazioni mi ha fatto più piacere? Non ce n'è uno in particolare. Certo, fa piacere ed emozione molto aver guadagnato il rispetto degli altri. Ho ricevuti tanti messaggi ieri sera, più di quanti ne abbia ricevuti dopo qualsiasi incontro in carriera. I più belli sono stati quelli dei miei familiari. Senza mia madre non avrei mai giocato a tennis. Nessuno gioca o ha mai giocato a tennis a Dunblane".
Quindi una considerazione sull'apporto dato da Jamie Delgado, entrato nello staff a marzo: "Ha dato regolarità al mio lavoro. Era presente in ognuno dei miei allenamenti, mi ha seguito costantemente ed ho grande rispetto, ammirazione e gratitudine per il sacrificio che ha fatto quest'anno. I prossimi obiettivi? Prima di tutto, vincere il Masters di Londra. Dopo questo appuntamento, insieme al mio staff definirò le priorità per la prossima stagione, almeno fino a marzo. Ho notato che lavorare per obiettivi a breve termine mi aiuta a far meglio".
Rino Dazzo