Roma: Mercato da 6,5 con Doumbia ma senza Destro

Si poteva fare di più? I tifosi della Roma se lo chiedono dopo la fine del mercato invernale che ha portato sì tre volti nuovi in casa giallorossa, ovvero Doumbia, Ibarbo e Spolli ma ha lasciato qualche vuoto, sia per la cessione di Destro che per i tanti infortuni che lasciano la rosa di Garcia ancora con la spia accesa dell’emergenza. In particolare in difesa: si sognava Chiriches, è arrivato l’ex Catania, un’altra scommessa di Sabatini in un reparto dove però si paga l’assenza di Castan e gli alti e bassi di Yanga Mbiwa e Astori. Per puntare allo scudetto occorreva un altro sforzo, ma anche blindare la seconda piazza dagli assalti del Napoli potrebbe essere complicato, soprattutto se non si ritrova fiducia. E quella al mercato non si compra.

TUTTO PER L’ATTACCO - A centrocampo il nuovo stop di Strootman non è stato colmato con nuovi acquisti e tutti gli investimenti sono stati riservati per l’attacco. Destro è stato dato al Milan (anche se solo in prestito e con diritto e non obbligo di riscatto) e se è vero che i mal di pancia del bomber potevano a lungo andare danneggiare lo spogliatoio, è anche vero che forse andava fatto di più per trattenerlo almeno fino a giugno, vista l’affidabilità in zona-gol. Garcia dice che per Doumbia parlano i numeri ma l’ivoriano questi numeri li ha fatti vedere solo in un campionato molto diverso da quello italiano: bisognerà vedere come riuscirà ad adattarsi e come saprà sfuggire alla tagliola in cui è caduto Destro, ovvero non pestare i piedi a Totti. Poi c’è Ibarbo: un potenziale campione, sempre a sentire Garcia, che però sembra destinato solo al ruolo di vice-Gervinho. Il vero grande acquisto della Roma sarà probabilmente proprio il “Tendina”, quando tornerà dalla Coppa d’Africa. Non è un caso che la striscia di pareggi è arrivata proprio in coincidenza con la sua assenza. Certo, sulla carta i due nuovi attaccanti possono dare gol e qualità in più, quindi la Roma merita 6,5 per le operazioni di gennaio. Ma basterà per raggiungere gli obiettivi sperati?

Stefano Grandi