Sport E Vai  Sport e Vai
Sabato 27 Aprile 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Zapata spara sul Napoli: Trattato male, pregavo per andare alla Samp

13/09/2017 10:03

Zapata spara sul Napoli: Trattato male, pregavo per andare alla Samp |  Sport e Vai

Per De Laurentiis costava più di 20 milioni di euro, al punto che tante offerte inferiori sono state rifiutate, per i tifosi del Napoli era un ricordo costante e un po' nostalgico (“ma non era meglio tenersi Zapata?”) ma Duvan Zapata ha accolto come una liberazione la cessione alla Sampdoria, dopo che da Napoli era stato mandato in prestito per due anni all'Udinese. Lo confessa al Secolo XIX dove rivela di essere rimasto chiuso in albergo nelle ore in cui si definiva il suo trasferimento: «Sono stato chiuso in un hotel di Milano fino a poco prima. Pregavo perché Ferrero confermasse la promessa di prendermi e lo ha fatto. Dal Napoli non mi sono sentito trattato molto bene. Quando ti valutano così tanto dovrebbero anche seguirti, farti sentire importante, come ha fatto Ferrero. Invece per due mesi mi sono allenato da solo e non ho fatto neanche una partita amichevole. Sono state settimane dure. Comunque è passata, ora sono felice». Giampaolo gli piace (“è un tecnico con le idee chiare, ti fa subito capire cosa vuole. È fondamentale”) ma quando gli chiedono se somiglia a Sarri ecco un'altra frecciatina: «Non posso dirlo, io con Sarri non mi sono mai allenato. Come dicevo, per il Napoli quasi non esistevo». 19 gol in 2 anni a Udine ma anche in Friuli Zapata non si sentiva valorizzato al meglio: «A Udine è stato particolare, dovevo far uscire la squadra e finivo per trovarmi spesso lontano dalla porta. È stata dura, ho fatto tanta fatica, segnato ma anche fatto segnare tanto. Conta la continuità, con il mio fisico devo giocare per entrare in forma. All’Estudiantes è stato il mio momento più importante, infatti quello mi ha dato l’impulso per essere qui. A Udine giocavo lontano dalla porta e quando arrivavo in area ero spesso stanco. Bisogna stare in area per essere freddi e lucidi sottoporta». Tanti soprannomi (ternera, il vitello, da ragazzino, poi Perla Negra, («Sì in Argentina, è stato appunto il momento del grande salto. Poi sono stato la Pantera nera e sono arrivato al Napoli. Infine all’Udinese il Panterone») il bomber colombiano parla anche della serie Narcos di Netflix sui cartelli colombiani della droga. La terza serie è su Calì, la sua città. «Non lo guardo, molte cose che raccontano sono vere ma ci sono altre serie colombiane più vere. Narcos è fatta per i gringos, è un prodotto commerciale. Basti dire che Escobar lo fa un brasiliano, è verosimile? Le serie più vere sono El Chapo, El Patron del mal, El Cartel de los Sapos, queste sono più autentiche». Lui è cresciuto a Calì negli anni Novanta, quando il narcotraffico imperava: «Io giocavo nell’America di Calì, la squadra del narcotraffico e in quegli anni aveva tutti i conti congelati per le inchieste. Non poteva incassare dalle cessioni né spendere per gli acquisti. C’erano parecchi problemi di pagamenti anche per noi giovani. Purtroppo quella Colombia era così ma è ben diversa da quella di oggi che ha fatto tantissimi passi avanti e oggi è un altro Paese. È lì che tornerò»

Stefano Grandi


Tags: sampdoria napoli zapata

Articoli Correlati