Spalletti tra nomine ministri e benedizioni, elogiare i rivali porta bene

Aveva cominciato con gli auguri a Di Francesco, applaudito prima della trasferta di Roma e punito poi in campo all'Olimpico, nel primo scontro diretto della stagione, ad agosto. Ha continuato con Sarri, nominato d'imperio ministro dell'Economia dopo aver riempito d'elogi il suo Napoli, prima di fermarlo sullo 0-0 al San Paolo, e ha proseguito ieri con Giampaolo. Luciano Spalletti forse ha capito che porta bene parlar bene. Degli altri. Ieri si è sperticato in complimenti per il tecnico della Sampdoria: "Giampaolo sa fare bene il suo lavoro, lo conoscevo già perché ha allenato a Empoli. E' partito da niente e allena una delle squadre più forti della Serie A ed è finito nel mirino di grandi club. Se la merita tutta questa attenzione. Vorrebbe allenare l'Inter; ha detto. Io sarei il primo abbonato della stagione: per l'Inter sarebbe una garanzia, qui serve gente forte e lui sarebbe così. Si vede da come riesce a creare compattezza nel gruppo, nella capacità di lavorare fianco a fianco, nella professionalità e pignoleria nelle analisi, nei video post-gara, nel vedere gli avversari. Forse sono più fortunato di lui avendo qualcuno in più nello staff; li ha anche lui, ma serve fare tante cose”. Sia chiaro, complimenti sinceri. Perchè la loro amicizia è datata e forte. Risale al 2008-09 quando Spalletti era sulla panchina della Roma e Giampaolo era al Siena. Avversari in Serie A e con un destino comunque, quello dell’esonero all’inizio della stagione 2009-10. Da allora in poi il tecnico dell’Inter e quello della Samp non si sono mai persi di vista e quando Giampaolo era a Empoli (2015-16) e Spalletti inizialmente senza contratto (prima di rifirmare per il club giallorosso), i due andavano spesso a cena, a casa di Luciano a Montaione. Stasera sono avversari e Spalletti spera di ripetere i complimenti. Ma con tre punti in più.