Senza Jorginho e (forse) Callejon il Napoli cambia pelle

Più camaleontico, più duttile, meno integralista. Il nuovo Napoli di Ancelotti dovrebbe essere così, a prescindere da chi arriverà. L'acquisto di Verdi, confermato dallo stesso giocatore, è il primo passo verso la metamorfosi ma pià che gli acquisti sono le possibili cessioni che fanno capire come gli azzurri si staccheranno dal “sarrismo”. Il primo che andrà via sarà Jorginho, non a caso l'elemento chiave negli schemi dell'ex tecnico. Con Sarri l'italo-brasiliano (che sta già cercando casa a Manchester e che dovrebbe portare oltre 50 milioni nelle casse) era l'uomo cardine, il metronomo di centrocampo, il vertice del triangolo dove nasceva il tiki-taka azzurro. Ancelotti non lo considera incedibile, anzi: ha chiamato quasi tutti gli “indecisi” (da Mertens ad Hamsik) ma non Jorginho. Segnale chiaro che il play si può sacrificare sul mercato. Cambierà pelle il centrocampo: non si rinuncerà al possesso palla – che è sempre stata una caratteristica di Ancelotti sin dai tempi del Milan – ma sarà più concreto e meno ossessivamente fine a se stesso. Ci sarà più dinamismo (ecco perchè avrà più spazio anche Diawara che non sarà costretto in un ruolo non suo a due tocchi) e giocatori più fisici (ecco perchè Torreira non fa impazzire). Non sarà però la sola novità: c'è anche il possibile addio di Callejon a completare un cambiamento profondo nella manovra del Napoli. Con lo spagnolo ex Real c'era un gioco obbligato: lavoro sulla sinistra con Insigne e imbucata a cercare Callejon nello spazio. Dopo 5 stagioni in azzurro però pare possibile il ritorno a casa per Calletì che piace all'Atletico Madrid. L'arrivo di Verdi offre soluzioni diverse e mutevoli: l'ex Bologna può giocare in 3-4 ruoli diversi e garantisce qualità, fantasia ed imprevedibilità. Chiunque dovesse giocare al posto di Callejon (se davvero dovesse andar via) avrebbe compiti totalmente diversi, che sia Zielinski, Mertens o lo stesso Verdi.

Stefano Grandi