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Samp, Muriel: Etichetta di mangione per colpa di Guidolin

18/02/2017 13:49

Samp, Muriel: Etichetta di mangione per colpa di Guidolin |  Sport e Vai

Bravo ma "gordo", grasso. Un'etichetta che Luis Muriel si porta dietro da tempo e che il colombiano della Sampdoria ormai non tollera più. Il bomber lo rivela al canale youtube della serie A raccontando che tutto nasce dai tempi dell'Udinese: "La reputazione da quello che mangia sempre è stata la mia croce da quando Guidolin ha fatto quelle dichiarazioni, - ha affermato Muriel - non me la son più tolta. Quando le cose vanno male tutti cercano giustificazioni, ma quando vanno bene nessuno parla". Nove gol finora in questa stagione che sembra davvero quella della sua consacrazione. Per i suoi movimenti a volte ricorda Ronaldo, il fenomeno dell'Inter ma lui si schermisce ("E’ esagerato, tanti mi dicono che nelle movenze lo sembro, ma sono cose che magari vedono gli altri. Io penso a fare il mio e spero di continuare a far bene e ricevere ancora tanti complimenti") e spiega: "Qui a Genova mi sento come a casa. Ho avuto la fortuna di trovare casa sul mare, quando mi alzo la mattina lo guardo e mi dà l’energia positiva per iniziare la giornata. Mi piace la musica, ascolto tutto: insieme a De Silvestri ero quello che faceva le coreografie per ogni goal. Ora devo trovare nuovamente un partner per i balletti, finalmente ho trovato continuità nelle prestazioni, la fiducia del mister e sto ritrovando la forma perfetta. Spero di continuare così". Il colombiano ha quindi ripercorso la sua storia, con tutte le difficoltà con cui ha dovuto fare i conti: "Sono nato a Santo Tomàs, un paesino vicino a Baranquilla, sono cresciuto giocando per strada dalla mattina alla sera. Mio padre faceva il taxista, è un lavoro molto duro e per fare soldi devi girare tantissimo: lui usciva alle cinque del mattino di casa e tornava alle dieci di sera, guadagnando l’equivalente di 10 euro più o meno, e con quelli mangiavamo. Non c’erano i soldi per andare ad allenarmi, così ho iniziato a vendere biglietti della lotteria in modo da pagarmi il bus per andare al campo. Oppure mia nonna faceva delle focaccine e andavo per strada a venderle: a volte mi vergognavo, specialmente se venivo visto dalle ragazzine, ma lo dovevo fare e dopo un po’ mi sono abituato a passarci sopra".

Stefano Grandi


 

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Tags: sampdoria guidolin muriel

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