Sabatini ammette: Che errore lasciare l'Inter

L'aveva chiamato Zhang per farne il suo braccio destro, un ponte tra l'Italia e la Cina ma Walter Sabatini è durato poco all'Inter. Oggi il dirigente, passato al Bologna dopo l'esperienza alla Samp, rivela i suoi rimpianti parlando a La Repubblica: "Mi sono pentito amaramente di aver lasciato l'Inter. Non perché non stia benissimo al Bologna, che ho l’ossessione di far tornare grande, ma perché là non ho espresso nulla. Dovevo aspettare, ho avuto fretta. Avevo pensato a un network internazionale che con un mercato parallelo potesse sostenere quello dell’Inter. Poi il premier cinese ha declassato il calcio e ho perso fervore. Ci ho rimesso la salute ad andare una settimana al mese in Cina, con quelle soste di sette ore all’aeroporto di Hong Kong a fumare in uno scantinato a -10 gradi".

Poi Sabatini parla del mercato depresso post-Covid: "Si fanno solo scambi per le plusvalenze. Qualche grande operazione ci sarà, Milik, Dzeko o Suarez, ma la fascia intermedia non esiste. Due colpi straordinari li ho visti: McKennie alla Juventus e Miranchuk all’Atalanta. Non avessi limiti di budget, per chi farei una pazzia? Agüero. Se sta bene, fa la differenza ovunque".