Ringhio serve coraggio: mai più Higuain senza Cutrone

Avere uno dei più forti centravanti del mondo e non metterlo nelle condizioni migliori di valorizzare il suo potenziale è un delitto: Gonzalo Higuain è stato decisivo ieri nel successo del Milan sulla Roma ma prima dei 20' finali aveva sofferto le stesse difficoltà palesate a Napoli. Anche a San Siro si è accollato sempre responsabilità, ha corso, ha aiutato la squadra, è venuto incontro a prender palla ma quasi mai si era reso pericoloso. La svolta c'è stata quando è entrato Cutrone. E da lì è nata la vittoria. Non è un caso. Questo Milan è bello a vedersi, ha tanti giocatori tecnici ma tutti portatori di palla: nessuno che attacca lo spazio, come sarebbe utile per sfruttare al meglio Higuain. Da qui l'effetto imbuto che ha neutralizzato la forza d'urto rossonera. Tutto bene fino al limite dell'area, poi mancava qualcosa. Quel qualcosa che ha dato l'ingresso di Cutrone (ed anche di Laxalt e Castillejo): con giocatori che allungano e si buttano nello spazio, Higuain diventa letale. Senza, diventa un campione spuntato. L'azione del gol è solo un esempio: avesse sempre qualcuno vicino sarebbe un altro Pipita, com'era a Napoli (con Callejon) o alla Juve (con Dybala ma anche i centrocampisti che si inserivano). Gattuso non ha escluso che la mossa possa essere ripetuta spesso in futuro, ha capito e riconosciuto il problema (“Higuain è uno degli artefici nel gioco corale, dobbiamo andare a creare qualche pericolo alla squadra avversaria e non mi piace come attacchiamo la profondità quando Higuain viene incontro. Lui insieme a Cutrone? Dipende, dobbiamo vedere. Patrick è un giocatore che conoscete tutti, ha il veleno addosso, sta avendo poco spazio per quello che si allena, ci sarà spazio per tutti tra due settimane inizieremo a giocare ogni due giorni") ma ora serve coraggio: mai più il Pipita senza un'altra punta vicino e questo Milan può volare.

Stefano Grandi