Sport E Vai  Sport e Vai
Domenica 28 Aprile 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Napoli ci crede ancora, ma non tutti e va cancellata l'ossessione per la Juve

04/03/2018 10:39

Napoli ci crede ancora, ma non tutti e va cancellata l'ossessione per la Juve  |  Sport e Vai

C'è chi non è riuscito a dormire stanotte, chi compulsivamente si è sfogato sui social, chi è rassegnato all'ennesima delusione ma la gran parte di Napoli si è svegliata ancora fiduciosa sullo scudetto dopo il sabato devastante che nell'arco di poche ore ha fatto sì che si passasse da un virtuale +3 ad un altrettanto virtuale -2 dalla Juventus. Lo snodo tra il 93' dell'Olimpico, quando Dybala ha inventato l'eurogol dei tre punti con la Lazio, e il 7' della ripresa al San Paolo quando Under ha pareggiato il vantaggio iniziale di Insigne dando il la al clamoroso tonfo degli azzurri contro la Roma. Una notte magica si è trasformata in tragica. Gli applausi di Fuorigrotta a fine partita, nonostante la cocente delusione, sono stati il messaggio chiaro del pubblico alla squadra: non vanno letti come “bravi lo stesso”, ci mancherebbe a 11 giornate dalla fine con una classifica che vede ancora il Napoli primo in attesa del recupero tra Juventus e Atalanta, ma come “ci crediamo ancora”. Ed i giocatori, anche nelle interviste post-gara, hanno dato l'impressione di crederci. C'è sempre uno scontro diretto, anche se in trasferta, da giocare e poi così come è inciampato il Napoli potrebbe capitare anche alla Juve, che pure è attesa da sfide delicate. Chi sembra crederci un po' meno è Sarri che sembra più spaventato all'idea che qualcuno gli dia delle responsabilità e delle colpe in caso di secondo posto che da altro. Le mani avanti le ha messe da sempre, ma quando sei primo in classifica e con una squadra che in campo risponde bene, continuare a ripetere che “la Juve è di un altro pianeta”, che “lo scudetto è solo affare loro”, suona in maniera sempre più anomala.

BASTA ALIBI - Tutti riconoscono il grande lavoro fatto, ma non è più il momento di chiedere elogi e legittimazioni e di rimarcare le differenze con i rivali. Così come non è il momento di fingere di non voler una volta di più ricordare l'assioma dello svantaggio nello giocare sempre dopo la Juve. Se Dybala non avesse segnato quel gol allo scadere, ad esempio, sarebbe stato un grande vantaggio per il Napoli scendere in campo dopo. Dire “quelle cose le ho dette due mesi fa, se le ripetessi darei un alibi a me e alla squadra”, equivale né più né meno che a ribadirle, insinuando nella testa dei tifosi l'eterna paura di essere danneggiati dal Palazzo. Perchè forse il problema più grande per Napoli, soprattutto per l'ambiente, è quello di convivere con l'ossessione Juventus. Non quella del campo, perchè sono forti ed abituati a vincere, ma quella extracampo dei veleni, dei sospetti, del vittimismo. La lente d'ingrandimento di parte di Napoli è su cosa fa la Juve, se viene aiutata, se c'era o non c'era quel mani a centrocampo, se la Var è stata usata o meno per i bianconeri, se quell'intervento era da giallo o da rosso. Un incubo per i napoletani lo strapotere ipotetico dei bianconeri. Paradossale che diversi commentatori ieri, a gara in corso al San Paolo, auspicassero un intervento del presidente De Laurentiis che alzasse la voce contro gli “aiutini” alla Juventus. Per vincere lo scudetto il Napoli deve ricompattarsi dopo questa sconfitta, e la trasferta con l'Inter di domenica sarà il reale termometro dello stato psicofisico della squadra, ma soprattutto Napoli dovrà affrancarsi da questa sindrome di Calimero e smetterla di guardare alla Juve per concentrarsi su di sé. Sulle proprie bellezze e sui propri limiti, senza chiedere solo applausi per il gioco e tornando a fare quei risultati che l'hanno portato lassù. Dove, fino a prova e a recupero della Juve contrario, continua ad essere.

Fabrizio Piccolo


Tags: juventus napoli sarri

Articoli Correlati