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Lukaku: Io, Icardi, Conte e il razzismo, vi dico tutto

23/11/2019 08:28

Lukaku: Io, Icardi, Conte e il razzismo, vi dico tutto |  Sport e Vai

"La mia più grande motivazione è aiutare la squadra e i compagni a vincere le partite segnando. Come ho fatto in questi primi tre mesi. Punto in alto, ma non mi dimentico di lavorare". Lukaku si confessa al Corriere dello sport. Il bomber dell'Inter si sente più forte ("Tatticamente sono cresciuto parecchio perché in carriera ho quasi sempre giocato come unico attaccante, mentre adesso ho accanto grandi compagni, con loro l’intesa migliora continuamente, devo solo memorizzare i movimenti giusti. Non posso improvvisare o muovermi ascoltando il mio istinto come facevo in Inghilterra: devo essere sincronizzato con il resto della squadra"), non pensa alla classifica dei marcatori ("Immobile sta facendo molto, è un grande attaccante e sta dando molto alla Lazio. Per me le cose stanno andando bene, ma le ambizioni personali devono rimanere personali. Io penso prima alla squadra") ed ha dimenticato le critiche ricevute ad agosto per il suo stato di forma: "Mi sono infortunato nella prima settimana di allenamenti con il Manchester, ho saltato l’intera preparazione e non ho giocato neppure una partita nella tournée in Asia. Correvo 40’ da solo sul campo e poi rientravo negli spogliatoi. Adesso posso dire di essere al 100%, ma non mi fermo».  Conte è stato decisivo per il suo arrivo all'Inter: "Mi ha chiamato solo alla fine della trattativa, quando stavo per prendere l’aereo per Milano. Mi ha detto: “Preparati a lavorare” e io gli ho risposto: “Nessun problema. È uno che vuole vincere sempre, trasmette grandi motivazioni e prepara le partite alla perfezione. Mai vista una cosa così in tutta la mia carriera: quando vado in campo con lui, sono pronto per qualsiasi situazione. Non ne esiste una che può coglierci di sorpresa. È un leader e noi giocatori lo seguiamo pensando solo alla squadra. Quando è contento te lo dice, ma se le cose non gli piacciono ed è arrabbiato non lo nasconde. Per un calciatore è importante sapere quando sta facendo bene e quando invece sbaglia". Somiglia a Mourinho: "Sì e sono i due allenatori migliori che ho avuto: hanno le stesse caratteristiche anche se utilizzano sistemi di gioco diversi. Con entrambi credo di aver dato il meglio, perché se non lo fai, con loro è dura". All’Inter ha raccolto l’eredità di Icardi, 124 gol: "Centoventiquattro sono tanti, ma il paragone con Icardi non mi ha assolutamente creato problemi di nessun tipo. Mauro con i suoi gol ha fatto grandi cose per l’Inter e quando sono arrivato qui è stato molto gentile. Abbiamo parlato come colleghi, mi ha dato il suo benvenuto ed è stato carino con me. Gli auguro il meglio al Psg e spero che vinca lì. Ma tornando a quello che dicevo prima, per me nessuna pressione ad arrivare dopo di lui. Siamo due attaccanti diversi. Lui ha avuto la sua storia qua e io ho da poco iniziato la mia avventura". Ultima riflessione sul razzismo: "Il razzismo nel mondo del pallone non è qualcosa che si può negare. Bisogna essere diretti, agire in modo duro, come succede in Inghilterra. Tra il campo e la vita di tutti giorni qui da voi c’è una grande differenza, a Milano sto benissimo. Per questo bisogna essere duri. Usare le telecamere negli stadi è un buon punto di partenza. Ripeto: bisogna identificare i razzisti ed espellerli a vita. In Inghilterra hanno iniziato così e hanno risolto il problema". 

 


Tags: inter conte lukaku

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