Leicester, il riscatto di Ranieri: "Non sono poi così scarso..."

Quando l’hanno chiamato alla guida del Leicester, i dirigenti del club inglese da Claudio Ranieri si aspettavano una salvezza tranquilla e, magari, qualche bella figura nelle coppe nazionali. Il navigato tecnico italiano, invece, ha trascinato il club in testa alla Premier League, trasformando il Leicester nella rivelazione d’Europa. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Ranieri si è tolto sassolino dalle scarpe. “Qui mi pare di rivivere i tempi di Cagliari, Firenze e Valencia - spiega il tecnico italiano -. Stiamo lavorando a un progetto. La società mi ha chiesto di porre le basi per il futuro. Sto dimostrando di non essere bollito come sembrava dopo le sconfitte con la Grecia - è stato c.t. dal luglio al novembre 2014 raccogliendo un punto in quattro partite delle qualificazioni europee - . Mi pare che la situazione non sia migliorata dopo la mia partenza”. Ranieri ha costruito i successi dei Foxes su giocatori desiderosi di affermarsi o riscattarsi, come il bomber Vardy, capocannoniere della Premier con un passato tra i dilettanti. “Vardy è il Torricelli d’Inghilterra. Tre anni fa giocava tra i dilettanti. È il simbolo della squadra per il suo modo di interpretare il calcio: segna, attacca gli spazi, è il primo a pressare, non si arrende mai”. Sabato prossimo la sfida verità contro il Manchester United di Van Gaal, secondo in classifica. Ranieri ha già affrontato in carriera l’olandese: nel 1999 il suo Valencia vinse tre volte in meno di un mese contro il Barcellona. “Grande sfida. Il Manchester è un colosso del calcio mondiale e Van Gaal uno degli allenatori più importanti in circolazione. Le vittorie col Valencia? Il 18 finì 3-2 a Barcellona nell’andata dei quarti di Copa del Rey. Il 24 4-3 per noi al Mestalla nel ritorno e il 27 4-2 al Camp Nou in Liga. A fine stagione conquistammo la Copa del Rey battendo 3-0 in finale l’Atletico Madrid. Avevo una grande squadra. Claudio Lopez era un iradiddio. C’erano Mendieta, Carboni, Ilie”.