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Juventus, il day after: Allegri, ci vuole più coraggio in Champions

15/09/2016 08:45

Juventus, il day after: Allegri, ci vuole più coraggio in Champions |  Sport e Vai

"Le partenze in salita dimostrano quanta fatica c'è da fare per arrivare alla vetta. Questa partita ci aiuterà a crescere come gruppo!". La chiusa di Allegri sulla prima serata di Champions League della sua Juventus arriva come al solito su Twitter a tarda notte.

L'ANALISI - Ma il pareggio in casa, 0-0, con un Siviglia sparagnino ha detto molto di più in chiave futura ad una Juve che esce per forza ridimensionata dalla "prima" di Champions. Nessun processo sommario si intende perchè ancora lunga è la strada, sia nel girone che in generale. Ma inutile sottacere che la delusione c'è, ancor più per l'atteggiamento che per il risultato. Contro gli spagnoli, sia chiaro, i bianconeri hanno creato occasioni da gol (la traversa di Higuain, il colpo di testa di Alex Sandro parato miracolosamente da Nico e tante altre situazioni davanti alla porta con Dybala e Khedira) ma è sembrata, e non è la prima volta, una Juve troppo ordinata per essere quel "crack" che in Champions fa la differenza.

LA TATTICA - Alla base c'è l'eterna discussione sul modulo. Il 3-5-2, pietra miliare dei successi "contiani" prima e "allegriani" dopo non garantisce quella propositività che in Europa fa la differenza specie quando si incontrano quelle squadre, vedi il Siviglia ieri, che attaccano con un solo uomo, a volte nemmeno quello. Avere tre difensori dietro, 5 in fase di non possesso, finisce per svilire le ripartenze e "soffocare" le fasce. Se la superiorità in Italia mette in secondo piano questi fattori, in Champions finisce per essere una discriminante tra una "buona" partita, come può anche essere catalogata quella di ieri, ed una partita di chi la coppa la vuole vincere. Vedi chi nella due ha maramaldeggiato a suon di gol, Bayern, Barcellona, Borussia, City finanche al Real anche in extremis. Che sia ora si passare a questa difesa a 4 rinunciando alla "coperta" di Linus. Difficile con la BBC ma non impossibile.

LE SCELTE di Allegri poi non hanno convinto, forse fin da subito. Pjanic e Alex Sandro in panchina per l'esperto ma meno propositivo Evra e il muscolare Asamoah sono state una dichiarazione di non belligeranza. Così come anche il non aver voluto rischiare, nemmeno negli ultimi minuti col Siviglia sulle gambe la terza punta. Evento raro nelle scelte di Allegri anche se l'ultima volta, in Coppa Italia col Milan, l'aver messo Morata con Mandzukic e Dybala e pure Cuadrado, gli aveva fatto vincere la finale. Già lo spagnolo, ieri decisivo col Real, è forse il giocatore, al pari dello stesso Zaza, capace di entrare subito in partita che questa Juve "ricca" non ha ancora, magari Pjaca anche se troppo acerbo.

GLI UOMINI - E' vero anche che Pjanic ha dimostrato di non essere in condizione con 20' non all'altezza ma la sua qualità non si discute così come il cambio di passo di Alex Sandro rispetto al francese. Vero anche che molti hanno deluso appieno. A cominciare da qual Dani Alves che per ora si è rivelato l'oggetto misterioso del mercato sontuoso di Marotta; doveva fare la differenza, ha fatto solo cross dalla trequarti. E poi c'è la "solitudine" di Dybala, ancora in cerca del primo gol in stagione che sembra faticare a trovare gli automatismi, più di posizione che di intesa, con Higuain rispetto a Mandzukic, ieri primo vero "bocciato" dalle scelte di Allegri su una rosa così grande da rischiare di portare all'errore di valutazione. Ma come dice il mister: "Questa partita aiuterà a crescere". In fondo è solo la prima partita...

Luca Fusco


Tags: juventus massimiliano allegri higuain pjanic dybala alex sandro

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