Insigne, l'azzurro Italia non è quello Napoli: perchè non brilla in Nazionale?

Leader con la maglia del Napoli, dove in questi anni è cresciuto in maniera esponenziale diventando insostituibile come assist-man, goleador, uomo-squadra ma ancora sotto tono in Nazionale. A Lorenzo Insigne non basta indossare la storica n.10 dell'Italia per dimostrare anche in nazionale di essere diventato un vero campione, capace di fare la differenza. Anche contro l'Argentina un'occasione mancata da Lorenzinho. Di certo il ko contro Higuain e compagni non è colpa sua, ci mancherebbe, ma non è la prima volta che Insigne stecca nell'azzurro-Italia. Gravita nell'orbita della nazionale da anni, dal 2012 quando a 21 anni fu convocato per la prima volta da Prandelli. L'esordio contro Malta, il primo gol nel 2013 proprio contro l'Argentina a Roma. Poi ancora la convocazione per i Mondiali in Brasile, finiti malissimo (per lui solo una mezzora anonima col CostaRica), la prima bocciatura di Conte che poi lo ripescò nel 2016 e così via. Nell'immaginario collettivo resta ancora la panchina nella sfida con la Svezia, decisiva per i Mondiali in Russia, quando Ventura lo escluse, con quello sfogo di De Rossi pescato dalle telecamere: “dobbiamo segnare e fai scaldare me? Metti Insigne”. Il problema è che Insigne in nazionale non è mai esploso in questi sei anni. Non si è mai visto l'Insigne del Napoli. Una storia che assomiglia (per ora) un po' a quella di Roberto Mancini. Fenomeno alla Samp, discontinuo in Nazionale (dove però aveva una concorrenza fittissima). Nella povertà di talenti del calcio italiano è facile ipotizzare che chiunque venga ad allenare l'Italia non potrà prescindere da Insigne, che il talento ce l'ha eccome, ma ora tocca anche a lui. Deve dimostrare di saper emergere anche lontano dalla sicurezza degli schemi a memoria del Napoli, deve mostrare le sue qualità anche nella nazionale maggiore. Ora c'è l'Inghilterra mercoledì, non sono ammessi altri flop.