Icardi: Pioli vuole che parliamo tutti italiano, voglio rimanere all'Inter per sempre

Internazionale di nome e di fatto ma sempre più italiana la squadra interista. Con l'arrivo di Pioli in panchina e con l'esplosione dei vari Gagliardini e D'Ambrosio, l'Inter sta prendendo una connotazione sempre più..tricolore e lo conferma anche Icardi nel dialogo con i tifosi sulla pagina ufficiale Facebook attraverso Inter Channel: “Dentro lo spogliatoio siamo tanti di tanti paesi e ci troviamo bene tutti. Parliamo italiano, scappa magari qualche parola nella nostra lingua ma Pioli vuole che parliamo italiano per farci capire". Il capitano è guarito dal problema alla caviglia e torna a giurare fedeltà ai colori nerazzurri: “Io voglio restare qui per sempre, sono il capitano di questa grandissima squadra, sto bene a Milano e la mia famiglia anche. Spero di fare una lunga carriera all'Inter. Il gol più bello? Direi quello col Bologna da fuori che ha preso l'incrocio, così come col Torino. Spero di segnarne il massimo possibile, due settimane fa ero a 17 poi ho fatto una tripletta e mi sono avvicinato ad Andrea Belotti. Spero di farne più possibile ma soprattutto di aiutare la squadra a vincere. Nel derby una doppietta? Va bene anche un gol, non ho ancora segnato al Milan. Poi in una gara così è importante segnare. La società sta facendo grandi cose anche fuori dall'aspetto della squadra, sta sistemando tutta l'Inter e questo è un aiuto anche per noi. La prima cosa che ci hanno trasmesso è il voler riportare l'Inter dov'era in passato e vincere tante cose. Cercheranno di migliorare ogni anno portando giocatori che possono aiutare la squadra. Personalmente posso sempre migliorare, a 24 anni si hanno ancora molti margini. Si dice che non aiuto la squadra a fare gol ma ho fatto otto assist. Ma si può migliorare in tante cose". L'obiettivo è la Champions ("La voglio giocare con l'Inter, speriamo di essere pronti, giocare ad alti livelli con l'Inter mi manca") e per Icardi con Pioli si può: “Ha cambiato la mentalità di ognuno di noi. Prima mancavano i risultati ed è una delle cose più brutte nel calcio. Quando è arrivato ci ha ridato la voglia, urla quando serve, sa gestire tutti i momenti e questa è una delle cose che ha cambiato. Anche in campo è cambiato il modo di giocare e questo ha aiutato tutti. Nelle ultime gare abbiamo segnato tanto, lui ci tiene al lavoro in settimana e la domenica si vedono i risultati. Penso che abbia fatto un buonissimo lavoro, poi anche quelli che non giocano sono felici, di solito non è così perché magari vorrebbero giocare di più. Lui sa gestire bene queste situazioni”. Nessuna polemica con la nazionale che continua a non chiamarlo: il bomber giustifica il ko dell'Argentina di ieri: "Giocare a 3.600 metri è molto difficile, i boliviani sono abituati ma gli altri fanno fatica. Il pallone va sempre lungo perché non sai mai dove finisce. Vedo sempre la nazionale, ma sono consapevole delle difficoltà dell'altura".

Stefano Grandi