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Ibra: Voglio bene al Milan, vi spiego perché son tornato solo ora

03/01/2020 09:57

Ibra: Voglio bene al Milan, vi spiego perché son tornato solo ora |  Sport e Vai

Zlatan, basta la parola. L'entusiasmo in casa Milan è tornato in pochi giorni, a battezzare un 2020 che si presenta già come una pagina diversa rispetto a quella triste che si è chiusa con il ko per 5-0 a Bergamo. C'è la platea delle grandi occasioni ad accogliere lo svedese nel giorno della sua presentazione ufficiale a Casa Milan e il bomber non delude le attese: "Sento l'entusiasmo dei tifosi. Ho un grande rapporto con loro, molto positivo. E' importante il sostegno dei tifosi, se riusciamo ad averlo le cose sono più facili da fare. Sono pronto e spero di giocare già oggi, c'è la partitella". Sul come si è sviluppata la trattativa Ibra spiega: " Dopo l'ultima partita in America, con i Los Angeles, ho avuto la chiamata di Paolo Maldini. Quale idee avessi, come stessi, cose normale. A 38 anni ho avuto più richieste di quando ne ho avuti 28. Ero onesto, cercavo l'adrenalina, per farmela uscire. Perché a quest'età non giochi per economia, cerchi qualcosa per andare al meglio. Poi ho parlato con Boban... È passato un mese, dopo l'Atalanta c'erano tante chiamate. L'ultima volta ho lasciato il Milan senza il mio ok, la situazione era quella che era. Ho fatto PSG, United, Galaxy. L'importante è essere qui adesso, il Milan è casa mia, quando sono tornato da Barcellona ho sempre detto che mi aveva ridato la felicità di giocare a calcio. La mia voglia è massima, lo rispetto tanto come club, gli voglio bene". Di obiettivi non vuol parlare ancora ("Pensiamo ad una partita alla volta, poi vediamo cosa succederà. Questa squadra può fare di più, ha qualità. Il campionato è lungo, bisogna lavorare tanto e crederci sempre. Dobbiamo migliorare le cose in campo, sono qui per questo, non ho perso passione per quello che faccio") nè dà spiegazioni per il momento no della squadra: "Da fuori non sai come sono le cose. Da fuori puoi avere una opinione, quello che ho visto sono i risultati, le partite. La squadra ha cambiato molto in poco tempo. Non ho tutte le risposte per quello che è successo. Poi da fuori Milan è sempre Milan, anche in America se parli dei rossoneri... sono sempre i rossoneri". Eppure aveva detto che non era convinto del nuovo corso Milan... "Il Milan è sempre il Milan, l'immagine non si toglie, la storia non si può cambiare. La squadra forse non è quella di prima, sono successe tante cose dopo la cessione di Berlusconi. Io non ho alibi, sono ancora attivo come calciatore: l'importante è quello che succede in campo, sono sempre positivo. Se non ci credevo non ero seduto qui con queste leggende, averli in campo sarebbe meglio ma anche a fianco non è male. Siamo qui per migliorare". Alla domanda se si sente più cattivo o più buono risponde così: "Molto più cattivo. Adesso che ho due bimbi ho capito come farli crescere. Scherzi a parte, sono me stesso. I compagni sanno come sono, come ti alleni e come giochi la partita. Devi lavorare tanto, duro e forte. Devi sapere soffrire, uno che non lo sa fare non arriva al massimo del suo potenziale. Non a tutti piace soffrire, a me sì. Mi aspetto tanto dai compagni, qualche volta anche più di quel che può uscire da qualcuno. L'importante è fare il meglio, poi non c'è una scorciatoia per gli obiettivi. Chiaramente non posso giocare come quando avevo 28 anni, ma so quello che posso fare".  Raiola ha detto che il suo ritorno è l'ultima tournée dei Queen... "Dopo l'infortunio ho detto che sono molto contento di giocare a calcio, avevano detto che fosse impossibile tornare. Ho lavorato molto e sono tornato, finché posso giocare lo faccio, poi ci sono differenti livelli di ciò che puoi fare. Con grande spirito e mentalità si può giocare ad alto livello. Devi solo gestire le cose, poi non è che gioco come dieci anni fa. Impossibile, impossibile. Come a 30 o 35. Non bisogna esagerare quando giochi, invece di correre puoi tirare da 40 metri". Dopo un pensiero su Piatek ("Qui la pressione è altissima, dal club, dai compagni, dai tifosi. Tutto il mondo si aspetta di portare risultati. Si può fare di più e si deve, se giochi qui non sei stato fortunato. Sei venuto qui per i risultati e per fare il tuo lavoro") Ibra non riattizza polemiche con Cristiano Ronaldo... "E' un bene che sia in Serie A. Poi vedremo cosa succederà..." ed assicura di essere già pronto: "Sto bene, mi sono allenato tanto. Non ho toccato il pallone, ma non è un problema. Sono pronto per giocare". Per sei mesi e poi che succederà? "Non si sa mai. Quando hai un bel rapporto con tutti, è una possibilità. Io cerco di dare il massimo sempre.  Non mi piace essere una figurina. Se dopo sei mesi faccio cose buone, ok, si continua. Altrimenti non mi interessa. Non sono qui perché sono Ibrahimovic, incomincio da zero e devo dare risultati. Il passato non mi aiuta, quello che mi dà più adrenalina è lavorare,  devo dimostrare. Per me stesso, non per voi, voi fate il vostro lavoro. Come persona io funziono così. So cosa devo fare. Zlatan c'è ancora". Ha già parlato con Pioli: "L'ho visto per pochi minuti, era una giornata impegnativa. Sono arrivato a Milanello tardi, ci ho parlato, mi ha spiegato cose e anche io gli ho detto quel che mi serve per stare bene. Con calma arriva tutto". Poteva tornare già l'anno scorso al Milan ma Ibra spiega cosa successe: "Avevo parlato con Leonardo, ma non mi sentivo pronto per tornare. Stavo bene a Los Angeles. Sono andato in America per sentirmi vivo dopo l'infortunio. Ora mi sento più vivo e sono pronto per giocare di nuovo in Italia. Ai tempi del PSG non avevamo avuto contatti invece".  Capitolo derby: "Ho giocato tanti derby in vari paesi, quando mi chiedono qual è il più bello rispondo sempre quello di Milano. Vincere i derby è sempre bello, ho vinto sia con il Milan che con l'Inter. Ho giocato tanti derby, ma il migliore è quello di Milano. Lunedì c'è la Sampdoria, pensiamo a quello". Il finale della conferenza è incandescente: Zlaran è stato due anni qui, si è trovato molto bene con Nocerino: "No, lui si è trovato molto bene con me, ho fatto tutto io. Non conosco ancora bene i giocatori, prima li devo conoscere bene. Io ho sempre provato ad aiutare dentro e fuori dal campo. Non so chi potrebbe fare come Nocerino qualche anno fa".


Tags: milan ibrahimovic maldini

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