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Ex arbitro Marelli fa chiarezza su differenze Var per Inter e Juve

29/11/2019 10:11

Ex arbitro Marelli fa chiarezza su differenze Var per Inter e Juve |  Sport e Vai

Si è molto discusso in questi giorni sulle differenze di utilizzo del Var tra le gare di Champions e quelle di campionato: in particolare su come è stato applicato per l'Inter a Praga e per la Juve a Bergamo contro l'Atalanta. A far chiarezza ci pensa sul suo blog l'ex arbitro Luca Marelli che spiega partendo da Slavia-Inter: "Al minuto 35 e 2 secondi lo Slavia reclama un calcio di rigore per un contatto in area tra De Vrij e Olaiynka: Marciniak è in ottima posizione per valutare il contatto ma lascia proseguire.
L’azione poi si sposta nella metà campo opposta e, dopo un errore in disimpegno, Lukaku segna su assist di Lautaro Martinez:: il VAR non ha controllato la rete dell’Inter (regolarissima) ma quanto accaduto prima, cioè il contatto avvenuto nell’area di rigore opposta.

Non è un rigore clamoroso ma, oggettivamente, tutt’altro che inesistente.
Cosa è dunque successo dopo la rete dell’Inter?
Probabilmente il VAR Gil ha chiesto a Marciniak che cosa avesse visto nell’area di rigore dello Slavia Praga. A tale domanda Marciniak ha risposto nell’unico modo possibile, cioè una deviazione in anticipo di De Vrij su Oliynka.
A quel punto Gil ha consigliato a Marciniak di rivedere l’azione ed infatti sul monitor a bordo campo abbiamo notato che il VAR ha proposto solo le immagini del contatto De Vrij/Oliynka.
Dopo una breve “on field review” l’arbitro ha deciso di concedere il calcio di rigore, di fatto annullando i 23 secondi successivi (il tempo trascorso tra l’episodio in area interista e la rete di Lukaku).

Procedura corretta?
Assolutamente sì.

Paradossalmente possiamo affermare che la rete di Lukaku non è stata annullata ma non è virtualmente mai esistita.

Qual è la differenza con quanto accaduto sabato a Bergamo?
Ovviamente non riapriamo la questione sul fatto che la rete andasse annullata o meno  ma concentriamo l’attenzione sulle differenze.

A Bergamo era in discussione proprio quel che abbiamo visto in precedenza, cioè l’inizio della APP:

 

APP che inizia con il recupero del pallone da parte della Juventus con un fallo di mano di Cuadrado.
La discussione in merito alla vicenda gira tutta attorno alla questione secondo cui non sarebbe stata questa l’origine della APP ma una fase immediatamente successiva, cioè una contesa del pallone (in situazione di open play, cioè di non chiaro possesso) tra Pasalic e Bonucci:

 

Chiaramente cambia tutto per un concetto banale ma evidentemente non chiarissimo: il fallo di mano non è genericamente un episodio da VAR dato che avviene in mezzo al campo e, pertanto, può assumere rilevanza solo ed esclusivamente nel caso in cui tale infrazione non rilevata in campo porti ad una rete (come a Bergamo) oppure ad un calcio di rigore.
Per evitare che si torni indietro di minuti e minuti l’IFAB ha scelto di utilizzare il concetto di APP, di fatto “liberando” quanto accaduto prima di ogni singola fase d’attacco.
Se, per esempio, dovessimo considerare il contrasto tra Bonucci e Pasalic come un cambio di possesso, quanto accaduto prima non avrebbe più rilevanza.

Poniamo un ultimo esempio.
Cosa sarebbe accaduto se Cuadrado avesse toccato il pallone nella propria area di rigore e l’azione fosse continuata con una decina di cambi di possesso (sto eccedendo, ovviamente, a fini esemplificativi)?
La review sarebbe stata possibile perché si sarebbe trattato di un episodio espressamente indicato da protocollo VAR, cioè la concessione o meno di un calcio di rigore.
Se spostiamo virtualmente il fallo di Cuadrado a Bergamo da centrocampo in area, avremmo avuto esattamente la medesima situazione verificatasi a Praga ieri sera.

Alla fine, tutto sommato, non è facile ma nemmeno così difficile"


Tags: juventus inter arbitro

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