Donnarumma e la fine di un amore, scaricato da tifosi e da...Marotta

Contro la Fiorentina potrebbe essere la sua ultima partita con la maglia del Milan, un epilogo triste di un anno vissuto pericolosamente per Gigio Donnarumma. Un anno sportivo iniziato con le polemiche per il tira e molla sul contratto, con i soldi finti tiratigli addosso, con gli alti e bassi di un Milan che l'ha amato e poi un po' scaricato. Difficile oggi che si possa continuare insieme, e per la prima volta l'ha ammesso anche il ds Mirabelli che, sia pur in politichese, non ha escluso l'addio: “Lo dobbiamo tutelare e lo tuteleremo fino alla fine. Poi dopo, così come per tutti gli altri, vedremo quello che succederà. Certamente è un nostro patrimonio e difficilmente ce ne priveremo a meno che non venga qualcuno che valuti il nostro portiere così come deve essere valutato. Se arrivasse un’offerta importante il Milan penserebbe a una possibile cessione. Questo vale per Donnarumma così come per tutti. Ci sono delle realtà molto più importanti e noi dobbiamo scegliere altre vie”. Dopo l'erroraccio di ieri a Bergamo è arrivato anche il no di Marotta che per il dopo-Buffon ha escluso la pista-Gigio (“con tutto il rispetto per il suo valore non siamo interessati”) ma se Gattuso continua a difenderlo e chiede che non sia fischiato, la rottura maggiore e apparentemente insanabile resta quella con i tifosi. Ieri la Curva Sud ha rifiutato la sua maglia n.99. Sotto lo spicchio dei tifosi rossoneri, il portiere è stato respinto: "No, la tua maglia non la vogliamo", si è sentito dire. Cosa che non è successa ad altri tre simboli, Bonucci, Romagnoli e Abate. Prima gli erroracci in coppa Italia, poi il pasticcio con l'Atalanta. Colpa delle voci di mercato? Anche, ma non solo. Di certo il suo valore sul mercato è sceso e questo potrebbe anche rendere meno difficile il divorzio. Un club (il Psg?) disposto a pagarlo 50 milioni si trova. E Reina è comunque una garanzia.