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Milan, Ibra: la pressione la mangio a colazione, ecco perchè non farò l’allenatore

Due partite e due vittorie per il Milan finora nella tournèe in Usa ma a far rumore sono i club battuti, ovvero City e Real che restano squadroni anche se imbottiti di riserve. Gli stessi rossoneri hanno giocato con tanti giovani e Ibrahimovic non può che essere soddisfatto. Lo svedese si confessa al programma sportivo First Take su ESPN.

L’elogio di Ibra a Pulisic

In Usa c’è sempre grande curiosità per i progressi di Pulisic. Ibra dice: “Penso che l’anno scorso con noi abbia fatto la sua miglior stagione della carriera. Credo che quando sei felice fuori dal campo, tu poi lo porti in campo. Ha avuto una stagione stupenda, ha segnato un sacco di gol e fornito tanti assist. Si è sentito libero, è arrivato da noi e si è mostrato per quello che è. Mi aspetto che possa fare anche di più questa stagione e possa crescere anche come leader: siamo una squadra giovane e abbiamo bisogno di questi leader mostrino la strada alla squadra”

Ibra spiega il passaggio da calciatore a dirigente

Da bomber a uomo della società, un passaggio non da poco per lo svedese: “E’ un cambio che si affronta giorno dopo giorno. Ho un sacco da imparare. Ho le mie esperienze ma adesso lavoro da un diverso punto di vista. Sto lavorando con brave persone, le migliori e mi fanno stare al meglio. Siamo una bella squadra e sono eccitato. Mi piacciono le responsabilità e le pressioni, mi piacciono le pressioni. Noi ci mangiamo la pressione a colazione. Io conosco i ragazzi perchè ci giocavo insieme. Adesso io prendo decisioni che riguardano anche questi giocatori, sul loro futuro. Non è facile, da compagni a lavorare sopra di loro e prendere decisioni, spesso difficili e non amichevoli”

Sui risultati positivi dell’estate l’ex centravanti dice: “Siamo arrivato con una squadra giovane perchè molti giocatori erano in vacanza. Fino ad adesso la squadra sta facendo bene. Abbiamo anche un nuovo allenatore quindi serve tempo perché la sua identità sia assimilata dal gruppo. Noi dobbiamo essere pazienti ma già dalle due partite che abbiamo giocato qua in America si vede che la squadra sta migliorando, la squadra sta iniziando a capire le idee dell’allenatore. Ma è la preseason. Queste partite sono ottime per i giocatori che sfidano grandi partite e giocatori, ti dà maggiore adrenalina ed energia per fare il lavoro duro. Per ora tutto va bene”.

C’è spazio anche per il figlio Maximilian che giocherà nel Milan Futuro: “Da padre sono molto orgoglioso e felice. Ha molto lavoro da fare. Non è facile per lui, portare il mio cognome. Ma per ora ha avuto una forte mentalità e questo è la cosa più importante. Poi ci penserà il destino: se dovrà succedere, succederà. Lui sta lavorando duro, ci crede tanto e vuole scrivere la storia e secondo lui è già migliore di me (ride, ndr). I sono qui per spingerlo e aiutarlo ma non per essere troppo protettivo: alla fine sta a lui. Aspettative? No, sono semplicemente felice per lui”.

Infine alla domanda se avrebbe voluto fare l’allenatore risponde così: “Fare l’allenatore non è facile. Quando da calciatore diventi allenatore devi ripartire da zero e fare un passo alla volta, da una squadra piccola o dalle giovanili. Per me fare questo passo sarebbe stato troppo grande. Da giocatore già non avevo molto tempo libero e immagina come sarebbe stato da allenatore. E io voglio godermi la vita anche in una maniera diversa”

 

Fabrizio Piccolo

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