Subito dopo aver alzato l’Europa League un pensierino l’aveva sfiorato. All’idea di lasciare Bergamo per andare al Napoli Giampiero Gasperini ci ha pensato davvero. “È come se avessi una moglie e tre figli e avessi trovato una donna bellissima”, disse all’epoca. Poi sappiamo come è finita: gli azzurri hanno preso Conte e lui è rimasto alla Dea. E tutti vissero felici e contenti come conferma lo stesso tecnico al Corriere dello Sport.
Dice l’allenatore dell’Atalanta: “Al Napoli ci ho pensato, sì. Ci sono stati alcuni momenti della stagione in cui ho creduto che fosse arrivata l’ora di lasciare l’Atalanta. Ma volevo lasciarla bene, senza polemiche, senza una delusione. Abbiamo vinto e alla fine hanno prevalso Bergamo, la sua gente e tutto quello che si porta dietro. A Napoli ora c’è Conte, i tifosi non possono provare dispiacere”.
Questo calcio però non sempre gli piace: “Una cosa che mi fa andare fuori di testa è la simulazione eclatante, il giocatore che si tuffa senza essere stato nemmeno toccato mi fa incazzare di brutto. Questo è barare, il simulatore bara”. E proprio su questo argomento Gasperini aveva apertamente criticato alcuni calciatori, tra cui Federico Chiesa e Ciro Immobile: “Le mie non furono proteste contro la persona. Se un giocatore induce l’avversario al fallo, si parla di abilità. Assai diverso se cade per un respiro. Lo trovo gravissimo. E se un arbitro di campo non sa valutare l’entità di un contatto è meglio che cambi mestiere. Il calcio senza contatto diventa brutto. Brutto come quello dei passaggi sistematici al portiere”.
Poi aggiunge: “Mi stanno rovinando il gioco del calcio. Sui contatti e i falli di mano non si capisce più nulla. Troppe interpretazioni dissimili e notevoli diversità tra il campo nazionale e quello internazionale. In Serie A e nelle coppe europee si giocano due differenti sport. Prendi l’Europeo, il Var è intervenuto pochissime volte, mentre da noi arbitra spesso. Le decisioni del Var vanno disciplinate una volta per tutte”.
Infine ha commentato così l’arrivo di Zaniolo, raccontando un simpatico retroscena sul suo arrivo: “È stato lui a scommettere su di noi. Mi piace come profilo. Un giorno telefona Borriello e mi fa: ‘Mister, ho un giocatore che vuole venire da lei, uno forte, una bestia’. E io: ‘Marco, chi è?’. ‘Zaniolo’. ‘Bravo, mi piace’. Ne ho parlato con D’Amico, poi con Percassi, questo ragazzo mi interessa, ed è arrivato”.
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