E’ stato addetto stampa di Matarrese in Lega e Figc poi dg della Federcalcio ma Antonello Valentini non ha mai abbandonato la sua fede calcistica, ovvero Bari dov’è nato. Intervistato da Repubblica Bari racconta la sua delusione per un’annata-no
«Questa stagione si sta trasformando in un incubo. La retrocessione in C sarebbe come, se non peggio, del fallimento di qualche anno fa. Le ricadute fanno anche più male. (…) Lo dico da barese: non lo meritiamo assolutamente. Anche con la Cremonese c’erano 17mila spettatori al San Nicola. Questi sono numeri da serie A, altro che lotta per non finire in C. È inutile girarci intorno, le maggiori responsabilità le ha la società. Invece di insistere sulla scia dello scorso campionato si è smantellato in modo clamoroso un organico che invece andava rinforzato. Sono andati via i giocatori migliori, si è fatto a meno di tutti quelli che facevano gol. E il budget messo a disposizione dai De Laurentiis non è stato all’altezza delle aspettative e della passione dei baresi. Per non parlare delle cose che dicono: irritanti e presuntuose, ai limiti della provocazione».
Non fu bello vedere dieci imprenditori locali mettere 100mila euro a testa per un totale di un milione di euro: sappiamo perfettamente che con queste cifre non vai da nessuna parte nel calcio. Ma questo non deve autorizzare i De Laurentiis a trattare Bari come fosse una filiale di paese di una grande banca. Lo trovo inammissibile e offensivo. Le parole di Aurelio De Laurentiis, che ha detto chiaro e tondo che il Bari è il vivaio dei Napoli, sono uno schiaffo non soltanto ai tifosi, ma a tutta la città. Il figlio Luigi aveva fatto bene a prendere le distanze, ma nei giorni scorsi anche lui è stato protagonista di una gaffe clamorosa, con la frase per la quale la B deve essere un motivo di vanto per Bari. Ma cosa dice? Non conosce la storia della squadra della nostra città. Siamo stati tanti anni in serie A e la maglia biancorossa l’hanno indossata tanti giocatori forti. Altro che B motivo di vanto».
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