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Scudetto, Ibra, Donnarumma e Calhanoglu: Pioli a tutto tondo

29/10/2021 12:05

Scudetto, Ibra, Donnarumma e Calhanoglu: Pioli a tutto tondo |  Sport e Vai

Lunga e significativa l'intervista concessa da Stefano Pioli a Federico Balzaretti, per Dazn. Il tecnico del Milan ha parlato dei suoi inizi, dei ricordi più significativi, ma anche di scudetto e di gestione del gruppo. Tanti gli spunti interessanti, a cominciare dalla decisione di diventare allenatore dopo una discreta carriera da calciatore:

"Mi era stato offerto un contratto da team manager di una prima squadra, ma non era quello che volevo. Volevo stare sul campo, ho fatto tante esperienze che mi hanno aiutato tanto, sia quelle positive che quelle negative. Ho uno staff che mi aiuta nel quotidiano, mi tolgono un po’ di lavoro nella preparazione del singolo allenamento così che io mi possa concentrarmi di più con gli analisti video sulla preparazione della partita. Questa è una parte del mio lavoro che mi piace tantissimo e mi piacciono anche questi periodi in cui si gioca tanto. La gestione del gruppo? Delle esperienze mi hanno aiutato tanto. Il primo anno a Salerno andai da un titolare prima del derby contro il Napoli per dargli una pacca sulla spalla e lui mi disse che l'allenatore ero io e potevo fare le scelte che volevo, ma non dovevo andare a coccolarlo. È stato un insegnamento, non vado mai a spiegare ai giocatori le mie scelte. Ovvio che la mia porta poi sia sempre aperta, se un giocatore vuole delle spiegazioni basta venire da me.

Quindi sulla corsa scudetto e le pressioni:

"Per allentare le pressioni passeggio col mio cane o vado a fare un giro in bici nei boschi attorno a Milanello. Preferisco andare da solo che in compagnia. Pressione scudetto? La sentiamo, ma la viviamo settimanalmente. Non siamo partiti per vincere il campionato o la Champions, dobbiamo vincere sempre la prossima partita e basta. Io alleno il Milan che è uno dei club più prestigiosi al mondo, ora ho grande visibilità. Ho fatto tante esperienze nella mia vita, ho avuto bisogno di fare le mie tappe per arrivare a questo punto. Dopo la sconfitta col Genoa, prima del lockdown, ci siamo trovati qui e la società ci ha detto che Milanello doveva chiudere. Con lo staff abbiamo deciso di lasciare in pace i giocatori per un paio di settimane, era una situazione particolare per tutti e quindi ognuno aveva bisogno di spazio e tempo. Poi abbiamo ripreso allenandoci a gruppi: i preparatori erano sempre presenti, mentre io e lo staff entravamo per salutare i giocatori e poi uscivamo. I gruppi ruotavano così che tutti si potessero vedere. Oltre al lavoro, si parlava anche tanto. Credo che ci siamo conosciuti meglio in quel periodo lì in remoto. Prima dell'ultima dello scorso campionato ho detto di ogni giocatore un gesto che ha aiutato la squadra ad arrivare fin lì: di Kessie erano i chilometri percorsi, di Tomori quanto era saltato in occasione del gol contro la Juventus, di ognuno una cosa particolare. Dopo quel discorso ho capito di aver fatto colpo sui miei giocatori, l'ho fatto prima di partire dall'hotel per andare allo stadio”.

Tanti i ricordi belli da allenatore: 

"La prima esperienza professionale in una prima squadra chiusa con la salvezza della Salernitana è stata veramente importante. La più bella soddisfazione forse è stato però la vittoria del campionato con gli Allievi Nazionali del Bologna, in finale contro la Roma. In quei due anni i ragazzi avevano fatto un percorso incredibile. Ho capito che una delle cose più importanti è cosa dire prima e dopo le partite. Ora non dico più niente dopo le partite, da quando c'è Ibra entro anche meno nello spogliatoio. Dopo le partite può esserci poca lucidità, preferisco parlare il giorno dopo. Al Milan in fase difensiva lavoriamo sempre meno di reparto, vogliamo portare la parità numerica nella zona della palla. In fase di impostazione la cosa fondamentale è lo smarcamento, bisogna muoversi e coprire gli spazi. Più ti muovi e più metti in difficoltà gli avversari. Nel calcio moderno è fondamentale l'intelligenza dei giocatori in campo. L'importanza dei leader? Ho più giocatori che parlano prima della partita. Mi ricordo con grande piacere le discussioni che quando giocavo alla Juve mister Trapattoni aveva con la squadra, confronti utili a tutti. Ibra? Ha una mentalità e una forza interiore pazzesche, nonostante la sua carriera ha una grande voglia di giocare. Dentro di sé ha una motivazione incredibile che trasmette a tutti. Il suo arrivo ha aiutato ogni compagno. Ha avuto grande intelligenza e sensibilità a entrare in un gruppo non ancora formato. Pretende tanto da se stesso e per questo pretende tanto anche dagli altri".

Pioli e i big del Milan:

"Ibra è un ottimo regista offensivo, è fondamentale avere i tempi giusti. Lui è un campione che vede il calcio prima. Leao è un attaccante di centro-sinistra, ha una consapevolezza maggiore nei propri mezzi fisici e tecnici e in fascia, nell'uno contro uno, è un giocatore difficilmente controllabile. Anche Theo è cresciuto tanto, ha imparato a smarcarsi anche dentro al campo, togliendo punti di riferimento agli avversari. Muovendoci così tanto non diamo punti di riferimento agli avversari. Il club è sempre presente e ci dà grande supporto, questa è la forza della nostra squadra. Maldini, Massara e Gazidis sono sempre presenti. Se ho qualcosa da dire a Donnarumma e Calhanoglu? Sono stati fantastici fino all'ultimo. Al centro di tutto c'è sempre il Milan".


Tags: milan scudetto pioli

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