Napoli: il rischio da evitare è il tutti contro tutti, da Adl e Sarri a Insigne

Più ancora dello scontro diretto del 22 aprile, uno snodo fondamentale per questo scorcio di stagione per il Napoli è la gara di domenica a San Siro. C'è il Milan di Gattuso ma soprattutto lo spettro di scivolare a -6 o -7 dalla Juventus in caso di mancata vittoria. Oggi come oggi, calendario alla mano, gli azzurri firmerebbero per arrivare al big-match dell'Allianz Stadium con lo stesso svantaggio di adesso, ovvero -4, per giocarsi tutte le chances scudetto faccia a faccia con la Signora ma in queste settimane convulse, sfociate nell'urlo di liberazione al gol-partita di Diawara col Chievo al 93', tutto l'ambiente-Napoli è una pentola a pressione. Il successo all'ultimo soffio di domenica lascia in eredità la speranza che resta viva e tiene ancora a bada malumori e bilanci che andrebbero rimandati solo a fine maggio. Il pericolo è che si arrivi a una resa dei conti: tutti contro tutti. C'è chi non smette di criticare De Laurentiis, considerato il colpevole numero uno per un mercato avaro, soprattutto a gennaio. C'è chi esce allo scoperto nel criticare la discutibile gestione della rosa da parte di Sarri, salvato proprio da due “riserve” dopo aver perseguito da sempre (da tre anni, per l'esattezza) la politica dei titolarissimi in virtù di idee integraliste non solo sul modulo ma anche sui giocatori da mandare in campo. Poi c'è il caso-Insigne, con la polemica-live di domenica al San Paolo: fischi da una parte, gestaccio dall'altra e polemica assenza nel giro d'onore a fine partita. Poi ancora ci sarebbero gli scontenti dello spogliatoio. Insomma tutti fattori che rischiano di far saltare in aria il patto di inizio campionato: tutti per uno e uno per tutti. Trasformandolo in tutti contro tutti o quasi. All'apparenza il Napoli sembra ancora un blocco granitico ma nei fatti non è più così da tempo. Se i risultati avevano sempre messo una pezza su borbottii, malumori e polemiche, è fisiologico che quando le cose vanno meno bene tutto esca fuori. Provvidenziale anche per questo il successo sul Chievo ma occorre ripetersi subito, domenica col Milan. La speranza è di far rimanere vivo il patto fino alla fine, poi accada quel che accada.

Stefano Grandi