29/06/2022 08:50
Nell'orgia di interviste per il quarantennale dell'Italia Mundial in Spagna nell'82 continuano ad arrivare ricordi sul tema. Stavolta Claudio Gentile parla a La Repubblica e torna sulla celebre marcatura di Maradona in Italia-Argentina. Se nell'ultima intervista Gheddafi aveva fatto arrabbiare i tifosi del Napoli ricordando che Diego lo aveva offeso per tutta la gara e che a fine gara se ne era scappato senza scambiare la maglia, stavolta si sofferma su un altro particolare e dice
«Io dovevo tenere Mario Kempes, non Diego, ma Bearzot venne in camera mia, la prese larga, mi riempì di elogi e poi mi chiese: te la sentiresti di marcare Maradona? Io credevo scherzasse, però risposi: “Mister, dov’è il problema?”. Quando Bearzot uscì dalla stanza, pensai: Claudio, sei proprio un deficiente. Ma ormai era troppo tardi, avevo detto sì, non me la sentivo di correre dietro al cittì e spiegare che forse non era il caso. Di sicuro, lui non avrebbe apprezzato. Così mi misi a studiare, e decisi che quel genio avrei potuto fermarlo soltanto con l’anticipo. Marcare è un duello western dove esisti solo tu e l’avversario, è come se tutto quello che c’è intorno sparisse.Io duro? è una stupidaggine. Nella mia carriera ho giocato 520 partite e non sono mai stato espulso per gioco scorretto. L’unico rosso lo rimediai per un fallo di mano in una semifinale di Coppa eppure qualcuno mi ha inserito addirittura al quinto posto nella classifica dei giocatori più violenti di tutti i tempi. Non ha senso».