Wimbledon, scoppia il caso ritiri: troppi 40mila euro per giocare un turno?

Ieri chi aveva acquistato il biglietto (salato) per entrare nel mitico Centre Court e ammirare a Wimbledon Djokovic e Federer, non ha fatto salti di gioia. I due avversari di Nole e King Roger, rispettivamente Martin Klizan e Alexandr Dolgopolov hanno rovinato il pomeriggio degli appassionati. I due match sono durati in totale 83 minuti, meno ancora di una partita di calcio: Djokovic è rimasto in campo 40, Federer 43. Altro che tre su cinque... due set e via. Sia Klizan che Dolgopolov si sono infatti ritirati a causa di problemi fisici all'inizio del secondo parziale. Entrambi, peraltro, si erano già ritirati nel torneo al quale avevano partecipato prima di Wimbledon.
 Oggi i tabloid britannici si chiedono se sia giusto scendere ugualmente in campo in condizioni magari imperfette. Vengono messe in discussione soprattutto le 35mila sterline in palio per chi gioca il primo turno in tabellone (circa 40mila euro). Tim Henman, ex beniamino di casa prima dell'era Murray, è ancor più netto: “Così si rovina lo spettacolo del torneo più importante del mondo. Penso che l'ITF dovrebbe adottare una nuova regola. Se sei infortunato la settimana prima di uno Slam, dovresti rinunciare al price money e lasciar posto in tabellone a un lucky loser”. L'erba però è una superficie alla quale i giocatori sono poco abituati visto ci si gioca appena un mese all'anno e si presta agli infortuni perché incide molto sulle ginocchia. Basta ricordare quanto dice Sara Errani, che i prati non li ama, da anni: "Qui ho sempre avuto paura di farmi male negli spostamenti, soprattutto se piove e l'erba è umida". Nel primo mercoledì dell'edizione 2013 ci furono sette ritiri nella stessa giornata, roba incubo. Quest'anno finora siamo a quota sei in totale, cinque nel torneo maschile e uno nel femminile. Oltre al caso di Mandy Minella, che dopo aver perso con la Schiavone ha annunciato di essere incinta di 18 settimane: un rischio calcolato per portare a casa i 40mila euro? Il dibattito è aperto.