Murray sereno: Non succede niente se non sarò più n.1

All'Atp di Dubai vuol riscattare l'inizio stagione altalenante. Andy Murray è carico in vista del debutto: “Ovviamente sono deluso per come è andato l'Australian Open, ma ero reduce da sei-sette mesi molto lunghi. Che un match del genere si verifichi in uno Slam è anche sfortuna, se avessi potuto scegliere avrei voluto perdere una partita così in un altro torneo. Sento che avrei potuto fare meglio delle cose, quella sconfitta mi ha insegnato qualcosa e cercherò di imparare da questo. Adesso spero di giocare bene qui. Mi sento riposato e pronto a giocare. Attualmente il suo vantaggio su Djokovic è di 1805 punti, un buon margine considerando che il serbo dovrà difendere un cospicuo bottino nei due imminenti ‘1000’ sul cemento americano (Indian Wells e Miami) dove invece Murray lo scorso anno non aveva raccolto molto. Tuttavia dopo la straordinaria cavalcata della passata stagione, che gli ha consentito di insediarsi per la prima volta sul trono, il campione britannico pare non mettere il ranking in cima ai suoi pensieri. "Non ho bisogno di rimanere numero uno, non accadrà niente di male se dovessi scendere al numero due, la mia vita è ok e non muore nessuno” - ha sottolineato Murray, da quando è padre anche più sereno e realizzato come uomo – “Naturalmente voglio provare a restarci. Sono motivato a farlo. Sul finire della scorsa stagione ho giocato tantissimo: ha funzionato, ma non penso che sia necessariamente una cosa positiva. Cosa potrei fare meglio nel 2017 rispetto all'anno scorso? Giocare meglio ad Indian Wells e Miami, il che mi avrebbe potuto aiutare alla fine dell'anno scorso. Adesso voglio giocare un buon tennis in tutti i tornei e non avere cali come invece successo l'anno scorso dopo gli Australian Open fino a Monte Carlo, quando ho vinto solo due partite in due mesi e mezzo: voglio evitare che si ripeta di nuovo".

 

Stefano Grandi