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Intervista a Marco Rossani, stringer di Wimbledon

20/03/2020 15:09

Intervista a Marco Rossani, stringer di Wimbledon |  Sport e Vai

Abbiamo incontrato Marco Rossani uno dei più importanti incordatori italiani di Tennis.

 

"Adoro le persone educate e gentili, sicuramente Rafa per questo si guadagna tra i big il podio."
Marco Rossani

 

Marco ha cominciato molto giovane a lavorare nel nostro sport e da ormai 32 anni svolge questa professione.

Ricopre l’importante ruolo di responsabile degli incordatori degli Internazionali Bnl d’Italia  e da sette anni lavora per il torneo di Wimbledon.

Ci dà utili consigli su come diventare stringer anche se ammette che risulta molto difficile superare i molti esami da sostenere.

 

Come hai scoperto il tennis?

Premettendo che la mia vita tennistica è sempre stata legata all’ambito professionale e non di pratica della disciplina sportiva, ho cominciato nel 1984.

Sin da bambino ho frequentato l’ambiente in quanto mia madre ha lavorato all’organizzazione dei tornei che si svolgevano a Milano nello scomparso Palazzo delle Sport di San Siro negli anni d’oro (Volvo Grand Prix, Cuore Cup, ecc.). 

 

Come hai scoperto potesse diventare una professione?

In realtà tutto è nato per caso, cercavo un lavoro dopo la scuola, o meglio al posto della scuola, dato che per motivi familiari ho dovuto cominciare a lavorare molto presto. Cercando appunto fra i conoscenti di mia madre nell’ambito tennistico, trovai il mio primo impiego presso lo storico negozio La Bottega del Tennis a Milano, da allora e per trentadue anni è stata la mia “casa” dove sono cresciuto professionalmente e da apprendista ho cominciato la mia crescita professionale, fino a diventare insieme a mia moglie uno dei soci titolari. Dal 2017 ho avviato il mio nuovo progetto professionale DNA Tennis che gestisco insieme a mia moglie Adriana, compagna di sempre nella mia professione. 

 

Sei uno stringer famoso per quali tornei lavori?

Preferisco definirmi uno stringer con esperienza più che famoso.
Diciamo che lavorando in questo settore da oltre trentacinque anni ho avuto la possibilità di fare molteplici esperienze professionali sia nell’ambito amatoriale sia nell’ambito professionistico.

In passato ho lavorato a Montecarlo (anche se solo una volta), ho lavorato al WTA Toray Pan Pacific Open di Tokyo, da otto anni agli Internazionali d’Italia di Roma e negli ultimi quattro oltre che lavorare come incordatore sto ricoprendo la carica di responsabile dello stringing service.
Lavoro da due anni al WTA Ladies Open di Palermo.

Da sette anni faccio parte del team ufficiale di Wimbledon.

 

Se volessi diventare uno stringer come mi devo muovere?

Certamente il primo passo è formarsi presso una struttura seria, competente e riconosciuta. Ci sono associazioni che si occupano di formare gli incordatori, io sono il Country Manager dell’Associazione Internazionale ERSA International e mi occupo della formazione e della certificazione internazionale degli incordatori. ERSA International è presente in tutto il mondo con numerose filiali operative che si occupano della formazione e della certificazione degli incordatori, oltre a partecipare attivamente nei principali team di incordatura dei tornei degli Slam, Masters 1000 e tornei minori del circuito ATP/WTA. Per esempio proprio agli Internazionali d’Italia il team è totalmente composto da membri ERSA certificati a vari livelli (PTS/MPS/PS). Una volta iniziato il percorso formativo è importante fare molta pratica e applicare il metodo acquisito, in seguito si può provare a sostenere l’esame di certificazione. Le certificazioni sono di vari livelli in base al tipo di utenza: amatoriale, professionale o professionistica (ATP tournament). Nulla è semplice in questo percorso e prima di raggiungere i massimi livelli sono necessari anni di pratica. Gli esami che bisogna sostenere sono molto difficili e selettivi, basti pensare che mediamente solo uno su cinque riesce a superarli. 

 

Per quale giocatore è più piacevole incordare una racchetta e perché?

In generale abbiamo un buon rapporto con tutti: giocatori, coaches, sparring e parenti dei giocatori.

Diciamo che si sono instaurati ottimi rapporti con tutti proprio grazie alla professionalizzazione della nostra figura che fino a qualche anno fa era vista come una semplice manovalanza.

Essendo cambiato questo status posso dire che è piacevole lavorare con tutti, poi ci sarà sempre la persona più o meno simpatica.

Adoro le persone educate e gentili, sicuramente Rafa per questo si guadagna tra i big il podio.

 

Raccontaci un aneddoto che ti è capitato nei vari tornei che hai girato?

Ce ne sono stati diversi, sicuramente i più curiosi sono stati la richiesta di “allungare” forzatamente le racchette in fase di installazione per ottenere delle quote specifiche.

Lotti di incordature da eseguire ad orari differenziati, racchette incordate con schemi non conformi, ecc.
Lo scorso anno a Wimbledon ho customizzato le racchette per i Bryan, potrebbe sembrare una cosa scontata, eppure professionisti come loro avevano semplicemente “appiccicato” del piombo qua e là in modo posticcio e le racchette avevano tutte pesi non allineati fra loro.
Alla mia domanda: “ma non avete mai fatto un matching dei telai?” , la risposta del coach è stata che non hanno mai dato particolare importanza alla cosa…

 

Spiegaci la differenza tra corde monofilamento e multifilamento?

Diciamo che le corde monofilamento in poliestere sono indicate per giocatori agonisti che rompono le corde entro 6/8 ore di esercizio, diversamente sono inappropriate. Queste corde offrono controllo e spin ma bassissimo comfort, se non approssimato allo zero. In ogni caso non devono essere utilizzate oltre le 10/12 ore dopodiché anche se non rotte devono essere sostituite, pena gravi ripercussioni fisiche. Gli stessi professionisti le utilizzano ibridate con budello naturale e le tagliando dopo solo 2/3 ore di esercizio. Discorso completamente diverso per le multifilamento, avvolgimenti e budello naturale che invece servono tutti i tipi di utenti sia amatoriali (la maggior parte dei tennisti) sia i giocatori più avanzati.  

Adamo Recchia


Tags: atp wta wimbledon Marco Rossani

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