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Inter dalle stelle alle stalle, che succede? Ecco cosa non funziona

09/01/2023 12:51

Inter dalle stelle alle stalle, che succede?  Ecco cosa non funziona |  Sport e Vai

Negli ultimi cinque giorni l’Inter ha ricordato a tutti cosa vuol dire essere interisti. Dalla vittoria nel big match col Napoli al pareggio “regalato” al Monza in pieno recupero, senza dimenticare una tifoseria spaccata tra chi ce l’ha con l’allenatore, chi con i giocatori, chi con l’arbitro. Insomma, il 2023 è appena iniziato e già ci ha ricordato perché l’aggettivo che accompagna da anni l’Inter è pazza.

L’Inter vista contro il Napoli è stata solo un’illusione?

La vittoria sul Napoli è già un lontano ricordo, nonostante stiamo parlando del 4 gennaio. Un 1-0 prepotente, raggiunto con una prova di forza assoluta di fronte non solo al solito, straordinario pubblico di San Siro (ancora una volta superati i 70mila spettatori), ma soprattutto di fronte a quella che, a tutti gli effetti, è la squadra più in forma d’Europa. Il rientro di Lukaku, il gol dell’eterno Dzeko, due esterni “comprimari” (Dimarco e Darmian) che spingono come treni senza far rimpiangere i presunti titolari e, soprattutto, la vetta della classifica che si avvicina a 8 punti: difficile immaginare un ritorno migliore, e infatti l’Inter torna presto sulla terra.

Inter, quanti campanelli d’allarme a Monza

Il pareggio con il Monza è inaccettabile sotto molteplici punti di vista. Iniziamo dall’elefante nella stanza, ovvero la topica di Sacchi che, in occasione del possibile 3-1 di Acerbi, ferma l’azione prima che il pallone entri in porta per sanzionare un fallo inesistente. Un errore imperdonabile in epoca Var, simile a quello commesso l’anno scorso da Serra in Milan-Spezia ai danni di Messias e, come peso specifico, paragonabile al gol di Milik annullato in Juventus-Salernitana di inizio campionato. Ma sarebbe riduttivo limitarsi ad additare l’arbitro come unico responsabile del pareggio.

La sensazione generale è che la coperta in casa Inter sia davvero corta. In attacco, evitando di addentrarci nel discorso Correa, Lukaku (nuovamente costretto ai box) è ancora un lontano parente del campione visto a Milano due anni fa, e con la fine del prestito che si avvicina è lecito chiedersi se valga davvero la pena prolungarlo di un altro anno (al momento la risposta sarebbe no). A centrocampo Brozovic, Barella e Calhanoglu non sono al 100% fisicamente ma non hanno rimpiazzi di livello se non Asllani, che però Inzaghi schiera col contagocce. Sugli esterni Dumfries e Gosens sono ormai delle riserve, e il loro rendimento ne risente come dimostrato dall’olandese contro i brianzoli.

Il mal di trasferta dell’Inter parte dalla difesa

In difesa, infine, la telenovela sul rinnovo di Skriniar sta privando Inzaghi di un giocatore fondamentale. Lo slovacco non è sereno e si vede, e se dovesse svincolarsi lascerebbe un buco in rosa impossibile da colmare per le casse nerazzurre. Ma è la fase difensiva in generale a non funzionare, soprattutto fuori casa. L’Inter infatti ha subìto in trasferta addirittura 20 gol in nove partite, contro gli appena 4 nelle otto sfide casalinghe: numeri impietosi e non in linea con le ambizioni di una squadra che avrebbe tutte le carte in regola per puntare al titolo. Se i nerazzurri non vogliono compromettere la stagione, nelle prossime due sfide interne che li attendono (domani col Parma in Coppa Italia, poi sabato col Verona) non possono più sbagliare.


Tags: monza romelu lukaku simone inzaghi

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