22/05/2023 12:42
Roberto De Zerbi ce l'ha fatta. Dopo una cavalcata incredibile, in cui si è portato a casa lo scalpo di corazzate ben più blasonate, il suo Brighton ha ottenuto la tanto agognata certezza matematica: l'anno prossimo prenderà parte a una competizione europea. Quale lo decideranno le prossime due partite (l'ultima e un recupero), ma ai "Seagulls" basta un punto per staccare il pass per l'Europa League. E a De Zerbi per convincere definitivamente i più scettici: è lui il "Manager of the Season" della Premier League.
Che un allenatore lasci una squadra a stagione in corso, magari portandosi via anche un collaboratore, è cosa piuttosto comune nel calcio. Ma che lasci l'intero staff tecnico della prima squadra è assai più raro. Quando Graham Potter, con sei giornate di campionato giocate, è partito in direzione Londra per unirsi al Chelsea, ha portato con sè tutti i suoi collaboratori, compreso lo storico preparatore dei portieri Ben Roberts e persino Bruno Saltor, capitano dei biancazzurri diventato assistente allenatore nel 2019.
De Zerbi si è così trovato in una situazione del tutto anomala, con giocatori privati dal giorno alla notte di un gruppo di lavoro con cui avevano collaborato per i 3 anni e mezzo precedenti. Una situazione che avrebbe fatto vacillare chiunque, ma che l'ex Sassuolo e Shaktar Donetsk ha preso come una sfida personale, mostrando a tutti il proprio carisma e la grande leadership.
Facundo Buonanotte e Yasin Ayari. Due soli nomi, e non certo d'esperienza, arrivati nella finestra di gennaio. A conti fatti, quindi, De Zerbi ha dovuto lavorato con una rosa costruita in toto con in mente il progetto di un altro allenatore. Per fare un esempio, mentre De Zerbi gioca a 4 in difesa, Potter ha sempre prediletto la retroguardia a 3 e lo si nota nella mancanza di terzini di ruolo nella rosa del Brighton, col solo Pervis Estupinan a rappresentare la categoria. De Zerbi ci ha messo una pezza arretrando Pascal Gross e Moises Caicedo, veri e propri jolly tattici nell'arco della stagione.
E' forse l'aspetto maggiormente sottovalutato della sua gestione e quello che più dovrebbe spaventare le altre di Premier. Perchè se il Brighton gioca così bene con diversi elementi "adattati", chissà cosa riuscirebbe a fare dopo un mercato estivo fatto seguendo le indicazioni di De Zerbi.
Oltre a far fruttare al massimo una rosa "non sua", il nativo di Brescia ha anche il merito di aver fatto splendere i gioielli dei "Seagulls". Solly March è senza dubbio l'esempio più lampante: 3 gol e 4 assist nelle 81 partite precedenti contro i 7 gol e 7 assist sotto la gestione De Zerbi. Allo stesso modo l'ex Liverpool Adam Lallana stava giocando la propria migliore stagione, prima che il terribile infortunio patito a gennaio lo costringesse ai box per diversi mesi.
Discorso simile per il già citato Caicedo e per Kaoru Mitoma. Il giapponese è passato da scaldapanchina a insostituibile, apportando alla causa biancazzurra ben 10 gol e 8 assist in tutte le competizioni. Impossibile, poi, non parlare di Jason Steele, passato da comparsa nel documentario "Sunderland Till i Die" a numero 1 tra i pali dei "Seagulls".
Non facile, eufemisticamente parlando, immaginare un Brighton al debutto in Europa senza il proprio condottiero in panchina. In soli 8 mesi alla guida dei "Seagulls", De Zerbi ha riscritto diversi record. Non solo, appunto, ha portato la squadra entro i primi 7 posti in classifica per la prima volta, ma l'ha anche guidata alla prima vittoria per 6-0 in casa (contro il Wolverhampton) e al primo con 4 reti segnate in trasferta (il 4-1 rifilato all'Everton a Goodison Park).
Con De Zerbi, il Brighton ha trionfato per la prima volta nella propria storia contro il Chelsea sia in casa, sia a Stamford Bridge e ha raccolto il primo successo casalingo contro il Liverpool. Oltre ad andare a un rigore da una storia finale di FA Cup.
Insomma, non consegnare a De Zerbi il premio di "Manager of the Season" della Premier League sarebbe quantomeno strano.
A cura di Roberto Ciucci.