Sport E Vai  Sport e Vai
Venerdì 26 Aprile 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Ziliani: Pirlo ha allenato la Juve da abusivo, Figc complice

18/08/2021 18:47

Ziliani: Pirlo ha allenato la Juve da abusivo, Figc complice |  Sport e Vai

Nuove accuse pesanti alla Juventus e alla Figc. A lanciarle è Paolo Ziliani che, riprendendo un lungo e documentato articolo di Michele Spiezia per StorieSport.it, accusa addirittura la Vecchia Signora di aver tesserato un abusivo: Andrea Pirlo. L'ex "Maestro", scaricato da Agnelli e dai tifosi bianconeri dopo appena dieci mesi, aveva le carte in regola dal punto di vista dei regolamenti per accomodarsi sulla panchina della prima squadra della Juve? Carte alla mano, no. Almeno per l'articolista. Tanto che Ziliani tuona: 

"La storia va letta tutta su http://storiesport.it; ma ammesso che ancora vi sorprendiate, dopo Suarez, la Superlega e i mille sgarri al regolamento Michele Spiezia ci svela che Pirlo carte alla mano ha allenato la Juve da abusivo nel silenzio complice di FJGC e Procura".

Pirlo, il dossier che inchioda la Juve

Ecco alcuni stralci del ponderoso articolo:

"Allenatore in serie A senza aver ancora ottenuto l’abilitazione Uefa Pro, condizione necessaria come stabilisce il “Regolamento settore tecnico” (Parte II, art. 20 e 39 comma Aa) che riprende le direttive Uefa ovviamente sottoscritte dalla Figc. Allenatore in A con uno scatto bruciante, non proprio una roba da repertorio del calciatore Pirlo. Il 30 luglio l’annuncio: si parte dalla Juve 23. Il 31 luglio la presentazione. L’8 agosto, sorpresona: Pirlo e non più Sarri. La preparazione alla serie A ormai imminente, le prime amichevoli. Poi il 14 settembre l’esame a Coverciano, relatore Renzo Ulivieri, il direttore della Scuola allenatori, il presidente Aiac (Associazione italiana allenatori calcio), così tanto entusiasta nel catalogare la tesi dal titolo “Il calcio che vorrei” come «una tesi all’avanguardia, concetti non semplici da applicare ma molto interessanti, tesi di respiro internazionale», proprio l’ex allenatore toscano nel 1986 squalificato (tre anni, sentenza passata in giudicato) coinvolto in una vicenda di partite truccate. Renzo Ulivieri dunque il relatore della tesina discussa nell’aula Magna del Museo del Calcio a Coverciano ma anche un componente della commissione esaminatrice, commissione completata dalla professoressa Croce e dai professori Accame e Ferretti. Il 15 settembre il comunicato ufficiale Figc che tra i main sponsor ha la Fiat, comunicato firmato da Demetrio Albertini, il presidente del Settore tecnico: Pirlo ha superato con 107/110 l’esame per l’abilitazione, ha conseguito il patentino Uefa Pro. Il 20 settembre l’esordio in serie A, i tre gol alla Sampdoria e i commenti trionfali: Pirlo è già il maestro d’orchestra della Juve. Una marcia di Radetzky però appena nove mesi dopo silenziata, sotterrata, spenta.

Eppure resiste una voce, restano domande inevase, inascoltate. Pirlo poteva firmare il contratto da allenatore Juve senza avere ancora il patentino per allenare in A? La Juve poteva farglielo sottoscrivere? La Figc poteva acconsentire? Un favore, una deroga, una di quelle che la federazione non fa mai mancarsi, o tutto regolare? E, soprattutto: Pirlo poteva iscriversi al corso allenatori Uefa Pro? Ecco, la domanda giusta potrebbe essere proprio questa: con quali credenziali è stato ammesso al corso? Per rispondere compiutamente, per spazzare ogni dubbio, tocca passare alle carte.

Poteva allenare la Juve, poteva allenare una squadra di A, poteva firmare il contratto l’8 agosto 2020 pur non avendo ancora ottenuto la necessaria abilitazione, l’unica che consenta di allenare in A e in B? A queste domande si può rispondere con un bel sì. Andrea Pirlo poteva perché all’epoca stava frequentando il corso Uefa Pro a Coverciano e sebbene nella vita reale ad esempio un aspirante alla patente di guida non possa guidare una Ferrari, nel calcio italiano è invece possibile allenare una squadra, persino di Champions. Grazie a una deroga. L’art. 39, al comma Ad) recita infatti che “il Comitato Esecutivo può altresì concedere deroghe alla disposizione di cui alla lettera Aa) per gli Allenatori che siano stati ammessi e frequentino il Corso per l’abilitazione ad Allenatore PRO. La deroga sarà revocata se al termine del Corso gli stessi non avranno conseguito l’abilitazione”.

Secondo punto. Andrea Pirlo poteva iscriversi al corso bandito dalla Figc (comunicato ufficiale 257 del 5 giugno 2019, stagione sportiva 2018/2019), poteva essere ammesso perché in possesso e in regola coi requisiti, poteva non togliere il privilegio a qualcuno che ne avesse avuto diritto o che l’avesse meritato sul campo, allenando? Questo perché il Corso non è a numero illimitato. Al punto 3 c’è infatti scritto: “Il numero degli allievi, comprensivo dei soggetti, comprensivi dei soggetti in sovrannumero è stabilito in 25, di cui minimo 15 provenienti dalla graduatoria”. Al punto 4: “La Figc si riserva la possibilità di ammettere al Corso, in sovrannumero del 10%, tecnici dalla stessa indicati, purchè in possesso dei requisiti ai punti 9 e 10”. Al punto 8 c’è scritto. “Il Settore Tecnico ha la possibilità di ammettere al Corso, in sovrannumero, gli allenatori in possesso del diploma UEFA A che, nella loro carriera di calciatori, abbiano partecipato ad almeno una fase finale dei Campionati del Mondo con la Nazionale A Italiana”. Dunque Andrea Pirlo, addirittura campione del Mondo nel 2006, poteva legittimamente usufruire della possibilità prevista dall’articolo 8, possibilità grazie alla quale sarebbero stati ammessi al corso anche Thiago Motta, Luca Toni e Angelo Palombo, anche loro protagonisti di una fase finale dei Mondiali. Grazie all’articolo 7 ammessi in sovrannumero invece Caserta e Italiano, “perché allenatori che nella stagione sportiva 2018/2019 hanno conquistato la promozione in serie B”. Ma per essere ammessi al corso di laurea di allenatori bandito dal settore tecnico della Figc (gli step sono Uefa B, Uefa A e poi Uefa Pro) bisogna non solo pagarsi il corso (8mila euro più le spese di vitto e alloggio) ma anche essere in regola con altre rigide prescrizioni che si ritrovano andando avanti nel bando. Ad esempio l’articolo 9 al comma d: “è necessario essere in possesso di un tesseramento di almeno otto mesi dal conseguimento della qualifica di “Allenatore Professionista di seconda categoria – UEFA A”, secondo quanto previsto dall’articolo 20 comma 4 del Regolamento del Settore Tecnico, entro la data di pubblicazione del comunicato degli ammessi al corso. Gli otto mesi di tesseramento possono essere anche non continuativi; per il calcolo fa fede la data di immissione riportata sul tesserino annuale e, salvo non siano intercorsi esoneri o risoluzioni di contratto, il tesseramento si ritiene terminato al 30 giugno della stagione sportiva in cui è in essere”.

E qui casca Pirlo, verrebbe da dire. E verrebbe da chiedersi: dove e quali sono gli otto mesi maturati dall’allenatore Andrea Pirlo? Pirlo è stato tesserato proprio dalla Juventus nel novembre 2018 non appena ultimato il corso combinato Uefa B+Uefa A, riservato ad ex calciatori di alto profilo (comunicato numero 35 stagione sportiva 2018/2019, firmato dall’allora presidente del Settore Tecnico Gianni Rivera), corso svoltosi dal 4 giugno al 17 luglio 2018 a Coverciano, corso chiusosi con l’abilitazione di “allenatore professionista di seconda categoria” conseguita oltre che da Pirlo pure da BatistutaChamot, Paolo CannavaroContiniGilardino, Motta, Matuzalem e Montero. Un’altra scorciatoia prevista per ex campioni, un richiamo al calcio d’elite che tanti vedono invece solo come una casta, perché tanti allenatori e aspiranti allenatori invece non hanno possibilità di iscriversi, di conseguire il patentino, di meritarsi un approdo.

Tornando a Pirlo e per sciogliere definitivamente un nodo che dura da un anno: come è rientrato nelle more dell’articolo 9? Tesserato sì per la Juventus a novembre 2018: ma che squadra allenava, che squadra avrebbe allenato fino al giorno dell’ammissione al corso Uefa Pro indetto dalla Figc? Dalle carte risulta che Pirlo fosse stato tesserato per seguire (col suo prestigioso palmares da calciatore e con l’altrettanto prestigioso patentino UEFA A in tasca) una “squadra minore”. I Pulcini? I Piccoli Amici? E ancora. Pirlo è stato tesserato, ma ha poi effettivamente allenato? Perché il senso del bando è allenare, non contempla che un semplice tesseramento consenta il pieno, effettivo e completo decorso necessario a maturare i necessari e obbligatori crediti d’ammissione a un corso di livello superiore. Altrimenti, che senso avrebbe prevedere da regolamento per tutti gli aspiranti, tutti questi rigidi step? Basterebbe leggere il modulo di quel primo tesseramento di Pirlo per comprendere e finalmente scoprire quale squadra bianconera abbia allenato. Anche perché nelle distinte ufficiali bisogna certificare tutto altrimenti chissà, magari la Procura federale potrebbe trovarci qualcosa di non corretto. Ma “seguire una squadra da tesserato” comporta anche la sottoscrizione di un contratto? Chissà, è un’altra domanda rimasta in sospeso. Come ancora: come mai Ulivieri, presidente Aiac e che quindi come da sindacato dovrebbe seguire e perseguire gli interessi di tutti gli allenatori, perchè non dice nulla? Lui è responsabile dei corsi (art. 21 e 22 regolamento Settore tecnico), perchè non interviene? Domande come se finissero in un corto circuito. Perchè il presidente dell’Aiac segnala al presidente federale il nome del presidente del Settore tecnico. Il presidente Figc nomina il presidente del Settore tecnico che a sua volta nomina il direttore della Scuola Allenatori di Coverciano, che attualmente è sempre lo stesso Renzo Ulivieri, che tra l’altro dichiara di farlo gratuitamente. Eppure il contratto non l’ha mai mostrato e il codice etico vieta incarichi se gratuiti.

Troppe, tante domande che verrebbe da indire un concorso, magari affidandosi a una puntata di Rai Tre: “Chi l’ha visto?”. Sarebbe una puntata interessante, da seguire con in mano il Regolamento del Settore Tecnico Figc ispirato ai principi di probità e lealtà (per gli allenatori), stessi principi cui si ispirano lo Statuto e il Codice di Giustizia sportiva per le società. Già, chi ha visto il tesserato della Juventus Andrea Pirlo allenare una formazione della Juventus nella stagione sportiva 2018/2019? Il presidente federale Gabriele Gravina e il procuratore federale Giuseppe Chinè potranno mai indire questo concorso? Faranno mai partire questa specie di “caccia al tesoro”?"


Tags: juventus Figc andrea pirlo

Articoli Correlati