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Editoriale, ritiro Rosberg: campione debole che non concede la rivincita

03/12/2016 09:43

Editoriale, ritiro Rosberg: campione debole che non concede la rivincita |  Sport e Vai

Editoriale - Rosberg campione debole

Vogliamo per una volta essere una voce fuori dal coro. Colleghi e addetti ai lavori hanno applaudito la scelta di Nico Rosberg di dire addio alla Formula 1 all'indomani del Mondiale conquistato e a "soli" 31 anni. Bene così, bravo, goditi la famiglia, tu che puoi farlo.

Ma populismi a parte, a mente fredda resta un senso di insoddisfazione per chi crede che davvero questi qui che vanno a 300 all'ora siano una sorta di supereroi sempre pronti ad abbassare la visiera del casco, a schiacciare il piede sull'accelleratore. Avrebbe potuto e dovuto farlo anche Rosberg. Anche solo per graditudine e concedere la rivincita a chi in questi anni, anche da avversario, Mercedes ed Hamilton su tutti, gli ha dato la possibilità di arrivare lì in alto, al top, a quel titolo che sembrava non arrivare per uno che si è invece fatto schiacciare dall'etichetta di predestinato.

Se ci sono altre ragioni, ben più gravi che noi non possiamo ancora sapere, dietro la scelta di dire basta allora alziamo le mani. Pronti a darli una pacca sulla spalla e dire "Goditi la vita Nico". Ma al netto delle parole di addio resta la percezione di un campione debole che non ha mai sopportato la pressione del suo ruolo, del suo nome, anche da vincente quale è, anzi quale è stato oramai. Nelle ultime gare, con la rimonta di Hamilton; negli ultimi giri di Abu Dhabi dietro al giochino ostruzionistico di Lewis, Nico ha evidentemente spremuto le ultime energie di tenuta mentale che questi anni da pilota al top gli hanno comportato, prima nell'ombra del padre Keke, poi in quella di Schumacher (nei primi anni in Mercedes), poi in quella del nuovo tedesco che vince, Vettel e poi ancora del compagno "ingombrante" Hamilton.

Ha vinto e ha detto basta. Come altri prima di lui, si è scritto, ma in maniera completamente diversa. Non così ha fatto Prost che ha detto "ciao" al 4° Mondiale o Borg dopo 11 Slam e 5 Wimbledon di fila; nemmeno Biaggi 40enne pronto a sgomitare ancora per portarsi a casa due Mondiali Superbike. Flavia Pennetta ha appeso la racchetta al chiodo dopo un Us Open pazzesco arrivato però a fine carriera, un po' come anche Marion Bartoli. Regge solo il paragone con Casey Stoner che pure ha concesso la doppietta in MotoGP prima di andare nel ranch a crescere le mandrie.

Niente contro Rosberg sia chiaro. Ma per i puristi dello sport gente come Francesco Totti, Alex Del Piero, Roger Federer, Valentino Rossi e Michael Schumacher rappresentano il mito di chi vuole sempre e solamente superare non tanto se stesso quanto l'avversario sfidandolo ogni giorno mettendosi in discussione. Comunque sia Buona Fortuna Nico, la porta per te è sempre aperta. Pensaci!

Luca Fusco


Tags: ritiro mercedes nico rosberg editoriale Formula 1

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