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Ambrosini e Serena: Sapete qual è stata la nostra telecronaca più difficile?

13/05/2023 21:15

Ambrosini e Serena: Sapete qual è stata la nostra telecronaca più difficile?  |  Sport e Vai

Spesso finisce nel mirino dei tifosi, soprattutto delle squadre avversarie del Milan. Eppure Massimo Ambrosini, dal palco della Milano Football Week, spiega come deve essere la "seconda voce" in una telecronaca di calcio. Con Aldo Serena al suo fianco e un'istituzione come Aldo Grasso a moderare il dibattito, l'ex centrocampista rossonero ha spiegato il suo modus operandi. Queste le sue dichiarazioni, tratte dal sito della Gazzetta dello Sport: 

"Quando sono chiamato a intervenire durante una partita la prima cosa che mi chiedo è cosa voglio dire, cosa posso dire e come lo voglio dire. Bisogna anche mettersi nei panni dello spettatore che a volte vuole... decantare e non sentire troppo riempita la telecronaca. Il calcio dal punto di vista tattico è cambiato e da seconda voce devi aggiungere qualcosa a quello che racconta il telecronista che hai al fianco. La seconda voce ha la libertà di fare... 'quello che ne capisce', poi sta alla seconda voce non esagerare. Io se vedo un aspetto tattico interessante cerco di rimarcarlo senza essere ossessivo o senza usare termini poco comprensibili. Il più bel consiglio che mi è stato dato? 'Commenta sempre il gesto tecnico perché se da casa ti sentono dire come ha calciato un giocatore, sei un valore aggiunto'. Può capitare che tra prima e seconda voce ci sia una sovrapposizione e una contrapposizione su determinati aspetti dell'incontro: basta che ci sia uno scambio di opinioni e che il pubblico a casa sia così stimolato. La partita più difficile? Io ho fatto l'euro-derby di mercoledì scorso. Da seconda voce, devi staccarti dal tuo passato e fare il tuo lavoro con obiettività. Poi i commenti negativi li ho avuti in passato e li avrò anche in futuro. In determinate gare, qualunque cosa tu possa dire e in qualunque modo tu la dica, troverai sempre gente che ti contesta. Il Var ha dato una mano a noi commentatori perché ha portato 'certezza' sugli episodi dubbi".

Quindi le parole di Aldo Serena, una vita a Mediaset, da qualche tempo a Sky:

"La mia prima telecronaca è stata nell'agosto 1994, un Lazio-Ajax, e sono andato d'istinto, senza che nessuno mi avesse dato consigli. Ho parlato subito di ritmo basso, da precampionato, e il regista in cuffia mi ha fatto notare che gli spettatori così avrebbero cambiato canale... Tutti noi quando siamo chiamati a parlare a un pubblico, rischiamo di andare oltre. Perché? A causa del narcisismo... A volte le immagini si commentano da sole, soprattutto se le partite hanno ritmi alti, mentre altre gare che sono più lente necessitano di un commento e di contributi più incalzanti. Non c'è una regola per la seconda voce: bisogna adattarsi. Ettore Rognoni, uno dei miei capi a Mediaset, mi aveva dato un consiglio che custodisco gelosamente: 'Aldo se non hai niente da dire, stai zitto'. La seconda voce deve restare un passo indietro e soprattutto non riprendere mai chi fa la telecronaca. In realtà, deve essere una cosa reciproca... Per esempio se sbagli un nome di un giocatore, meglio avvertire scrivendolo su un foglietto di carta che correggere in diretta. La mia telecronaca più difficile? Milan-Juventus, la finale di Champions del 2003. Il proprietario del Milan era proprietario della mia rete televisiva e una settimana prima le due formazioni avevano avuto un conflitto pesante. È stata una telecronaca complicata e ho fatto l'equilibrista, con commenti più... a salvaguardia di me stesso che tecnici. Non mi sono esposto perché in situazioni come quelle, sei a rischio".


Tags: massimo ambrosini serena telecronache

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