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La corsa di Froome e la fine di un ciclismo che non c'è più: dove sono i tifosi di una volta?

14/07/2016 17:29

La corsa di Froome e la fine di un ciclismo che non c'è più: dove sono i tifosi di una volta? |  Sport e Vai

Le immagini di Chris Froome che, deluso e nervoso, percorre di corsa un lungo tratto del Mont Ventoux resteranno probabilmente nella storia del ciclismo. Una storia poco gloriosa, dove gli organizzatori della Grande Boucle - probabilmente - dovranno valutare finalmente risposte a quello che sta diventando il problema del momento. Dopo i pugni, i ruzzoloni, gli insulti e le manate dei giorni scorsi, l'invadenza degli spettatori ha assunto accenti insopportabili. Proprio mentre Mollema e Porte finivano a terra e Froome vedeva distrutta la sua bici, gli spettatori attorno ridevano e ostentavano sorrisi davanti alle telecamere come se nulla fosse successo, in cerca dell'inquadratura migliore. Ormai i tifosi di una volta, rispettosi della sacralità dell'evento e degli sforzi dei protagonisti, stanno sempre più lasciando spazio ai mitomani occasionali. Gente a cui, probabilmente, del ciclismo non importa nulla, che non ha idoli, miti, campioni da osannare ma che va in cerca soltanto di un clic, di un like, di una comparsata di qualche secondo su una telecamera. Più di ogni barriera, passerella o servizio d'ordine - impensabile nel caso di una tappa come quella del Mont Ventoux, con 300mila tifosi a bordo strada - probabilmente va ripensato il servizio di ripresa dell'evento. Come nel caso degli invasori di campo di stampo calcistico, basta riprese e inquadrature. Scalmanati del genere non meritano alcuna notorietà. E vanno applicate sanzioni di stampo economico, perché a tutti - mitomani o no - quando si tocca il portafoglio, passa ogni mania di protagonismo.


Tags: corsa Chris Froome Tour De France

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