03/09/2013 18:58
VENEZIA – Alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di “The Armstrong Lie”, documentario girato dal regista Alex Gibney che svela in maniera schietta e a tratti sconvolgente i retroscena dello scandalo doping riguardante il ciclista texano. “Ci sono due cose che Lance Armstrong dice nel mio documentario e che non aveva mai spiegato apertamente – ha spiegato il regista nel presentare il film -: primo, si dopava e collaborava con il medico italiano Michele Ferrari con il pragmatismo di chi sa che, se vuoi vincere, non ci sono alternative; secondo, pensa che possano restituirgli i sette Tour revocati”. Un particolare, questo, che ha riacceso le polemiche intorno ad Armstrong. Che, secondo Gibney, resta un personaggio cinematograficamente irresistibile, al di là delle sue colpe. “La sua non è una storia sul doping ma sul potere: l’abilità di Lance di soddisfare le attese della gente, che ha bisogno di un eroe malgrado le evidenze, ha reso le sue menzogne credibili, anche grazie ai media Usa, che hanno fatto soldi prima celebrandolo, poi denigrandolo”. Gibney, comunque, non si sottrae dall’accusare il texano: “Ha fatto finta di pretendere che, essendo sopravvissuto al cancro, non potesse mentire sul doping”.