28/10/2016 15:14
Non è il primo allenatore a storcere il naso di fronte a certi premi, probabilmente non sarà l'ultimo. Del resto, Arsene Wenger è uno che non le manda a dire e che quando parla, spesso esprime concetti interessanti. Di certo c'è che anche lo storico tecnico dell'Arsenal si è iscritto al partito dei nemici del Pallone d'Oro. "In uno sport di squadra come il calcio non bisognerebbe dare così tanta importanza ad un premio individuale come il Pallone d'Oro", ha sentenziato il manager dei Gunners, toccandola tutt'altro che piano.
La critica all'Oscar del calcio mondiale da parte di Wenger, peraltro, contiene elementi condivisibili: "Più volte in passato è stato assegnato non in maniera oggettiva. Ma soprattutto, il calcio è uno sport di squadra e un premio come il Pallone d'Oro può dare alla testa dei giocatori che alla fine pensano più a quello che non alla squadra. Mi congratulo con i giocatori che fanno bene e hanno successo - ha spiegato il tecnico francese - ma quando si dà uno sguardo alla storia recente si può vedere che spesso le decisioni sono state prese non nel modo più obiettivo. Il calcio è uno sport di squadra e non è logico premiare lo sforzo individuale. Per me è una contraddizione del nostro sport".
Già, però un calciatore dell'Arsenal faceva parte dei nominati per il prestigioso riconoscimento, salvo poi non essere incluso nella lista dei 30 papabili dall'autorevole France Football: Mesut Ozil. "Per lui e per noi la sua nomination è stata una grande soddisfazione, ma come ho detto - ha tagliato corto Wenger - io sono contrario a questo tipo di premi perché poi danno alla testa".
Tommaso Rizzo