Trani: Roma, questa sì che è una mossa di potere

Il mercato relativo a giocatori e a dirigenti della Roma è al centro dell'intervento di Ugo Trani, giornalista del quotidiano Il Messaggero, a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi su Centro Suono Sport. Si parte da Moura e Xakha

“Lucas Moura è del Tottenham, nel club dal 2018 ed è un giocatore che si può prendere. E’ un calciatore di qualità e Mourinho lo ha avuto. Le partite le ha giocate con lui e lui sa valutarlo. Fisicamente non è ingombrante, perché è un peso normale ma è un calciatore di qualità: rapido e intelligente. Inoltre è stato un nazionale brasiliano per diverso tempo. Xhaka? Il centrocampo a due è molto complicato: i “due” devono essere fenomeni. Pizarro e De Rossi nella prima Roma di Spalletti erano tanta roba e tu non sei più tornato a quei livelli. Neanche Pjanic era quel giocatore, nonostante fosse molto bravo… Giocare a due è la cosa più complicata al mondo"

Pellegrini si era già fermato al derby. Questo è uno dei ragazzi che ha pagato di più quest’anno. E’ saltato lo staff medico, sono saltati i preparatori… Nella rosa c’erano 3-4 giocatori che non potevano giocare in alcuni ruoli, altri stavano male perennemente e hanno forzato il recupero di quei pochi buoni che si sono rotti peggio. E Pellegrini è uno di questi. Lorenzo non ha giocato neanche un’amichevole disputata dall’Italia. Ha partecipato al test di pochi giorni fa, dove l’Italia ha perso contro l’Under 20. Pellegrini ha disputato quella partita diciamo camminando. E' vero che Pellegrini piace al Barcellona. Non so cosa farà la Roma. Adeguamento di contratto? Non so se raddoppierà lo stipendio dopo essere arrivati settimi. La Roma è arrivata settima in classifica e come facciamo a fare contratti importanti? La proprietà deve essere dura su questo. Iniziamo a mettere dei paletti, iniziamo a mettere i premi a rendimento che non significa quante partite vengono giocate ma come vengono giocate, ovvero quello che porti a Trigoria.

"Una mossa di potere, significa che vogliono fare le cose in grande. Conta la sua immagine come storia e conta la rete che ha sotto, di gente che lavora per lui. Ha dietro uno staff e collaboratori di primissimo piano. Quando ho sentito di Costanzo ho pensato subito a Totti”.