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Tg2 Dossier su Agnelli, tra Juve, Ferrari e Platini

27/02/2021 09:35

Tg2 Dossier su Agnelli, tra Juve, Ferrari e Platini |  Sport e Vai

A 100 anni dalla nascita, il 12 marzo del 1921, Tg2 Dossier dedica la puntata di stasera ore 23.30 su Rai2 (in replica domenica 28 alle ore 10) a “Gianni Agnelli, l’Avvocato”, curato da Miska Ruggeri. Interviste a storici, politici, scrittori e giornalisti che hanno conosciuto l’Avvocato. Dalla severa educazione militar-sabauda ricevuta da ragazzo agli anni spensierati del dopoguerra.

Dai rapporti con il nonno fondatore della Fiat a quelli, complicati, con i figli; dalla presidenza della Confindustria al ruolo svolto nella politica italiana. Al centro gli alti e bassi della principale azienda manifatturiera italiana, protagonista del boom economico. Ma senza tralasciare il mito Agnelli, l’icona di stile ed eleganza, il tifoso appassionato di Juventus e Ferrari, lo sportivo (nonostante due gravi incidenti automobilistici) e il collezionista di opere d’arte.


A ritrarre le mille sfaccettature di un personaggio complesso uno dei suoi più cari amici, Jas Gawronski, che ne sottolinea il gusto del bello; lo storico Valerio Castronovo, compagno di classe al Liceo del fratello Umberto; l’economista Giorgio La Malfa, leader di quel Pri assai caro a Gianni, tanto che fu davvero a un passo dal farne parte; il nipote Lupo Rattazzi, figlio della sorella Susanna;

 Augusto Minzolini ne ricorda il rapporto con Berlusconi, il giornalista sportivo Tony Damascelli, da decenni attento osservatore delle vicende juventine, ricorda come “si divertiva quando i rivali invidiavano per le vittorie bianconere attribuendole agli arbitri!”. E l’idolo dell’Avvocato, probabilmente quello che gli ha regalato le emozioni più forti: Michel Platini, indimenticabile numero 10 della Juventus campione di tutto.


L’Avvocato dopo aver ricevuto in regalo per i 70 anni dal fuoriclasse francese il Pallone d’oro del 1983 (non realmente tutto d’oro), ricambiò donandogliene uno tutto in platino. Michel era uno dei pochi che, chiamato al telefono alle 6 del mattino, poteva permettersi di far rispondere che dormiva (“Con tutto quel che correvo”, scherza, “dovevo pur riposare… E’ che finché vinci va tutto bene…”). Il ricordo anche di Gawronski sull’idiosincrasia per la scrittura, tanto che non esistono documenti o lettere autografe dell’Avvocato.


Alla morte, dopo aver aver conosciuto successi a ripetizione negli splendidi anni Ottanta, lascia la Fiat sull’orlo del fallimento. Ma per giudicarlo i numeri non sono tutto. Impossibile quantificare il suo peso sulla politica internazionale e sull’immagine del Belpaese all’estero. Amico dei Kennedy come di Kissinger, stimato in Francia come in Inghilterra, per anni ha rappresentato il volto dell’Italia, una sorta di re senza corona.  


Tags: juventus ferrari agnelli

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