Tardelli: Non tifo Juventus, ai miei tempi avrebbe faticato

In un’intervista a “Il Giornale” Marco Tardelli si confessa. L’ex eroe del Mundial ’82, costretto a vivere nel mito del suo urlo dopo il gol nella finale alla Germania, rivela di essersi dedicato alla vita contadina, a piantare ulivi, e confessa: “Io  non tifo Juventus. Io ho la Juventus nel cuore ma non ho mai tifato per nessuno. Anzi…Gli ultras non sono tifosi, sono il peggio del calcio. La loro invadenza è colpa delle società che sono diventate conniventi. Hanno paura. Io allo stadio non vado più da anni. Il pubblico inglese è diverso, merito del pugno duro della Tatcher.. Basterebbe fare come lei: sono passati dagli hooligans spaccatutto agli stadi di oggi che sono teatri». Sulla Juve di oggi qualche complimento e una precisazione: «Sì è una macchina da guerra, ma con una differenza: ieri c' erano anche grandi avversari-Ai miei tempi con quattro o cinque grandi squadre davanti non avresti mai vinto il campionato. Una volta i Maradona e i Platini venivano qui. Oggi vanno altrove». La Juve non l’ha mai chiamato per allenare, la panchina dell’Italia resta però il suo sogno: «Solo con l' Italia c' è stata l' occasione. Poi invece...Io dopo Conte? Sarebbe perfetto. Però non sarà Tardelli». C’è spazio anche per un aneddoto legato al Mondiale vinto in Spagna: “Per festeggiare nella notte abbiamo chiamato a casaccio in Cina, in Giappone. Gridavamo e mettevamo giù. Chissà se avessero immaginato che a svegliarli erano i campioni del mondo. Bearzot? Era un incrocio tra Fernandel e Don Camillo. Un maestro nel conciliare gli opposti. E di onestà». Il calcio di oggi non gli piace invece: “Chi l’ha ridotto così? Quelli che lo comandano. Maradona diceva trent' anni fa di Blatter quello che oggi dicono tutti. E gli davano del deficiente. Per quanto riguarda i guai di Platini forse è solo vittima della sua superficialità. Non credo alle cose che dicono di lui. Perderlo sarebbe disastroso soprattutto per i calciatori che ormai non contano più niente».