11/07/2022 08:37
Nel celebrare i 40 anni dalla vittoria del Mundial '82, Marco Tardelli - intervistato dal Corriere della Sera - ricorda le sue origini e dice
«Radici contadine. Papà operaio all’Anas, mamma casalinga. Mangiavamo bene: mio padre coltivava un campo, ci portava in tavola cose sane. Ho avuto un’infanzia felice. Ho preso il diploma da geometra, però. D’estate arrotondavo facendo il cameriere al Ciocco, dove andava in ritiro il Napoli: Juliano, Cané, Altafini. E Zoff. Una volta gli portai il caffè. Quando andai alla Juve glielo ricordai subito. Eravamo a tavola. Lui si alzò in piedi e disse: ragazzi, abbiamo appena comprato un cameriere!».
La Juve lo comprò per un miliardo.
«Me la tiravo un po’. Boniperti mi vide e mi disse: “Come sta Tardelli? Ora lei va a tagliarsi i capelli, si toglie la catenina, si leva il braccialetto. Poi torna qui. Mi tagliai i capelli, tolsi la catenina, levai il braccialetto. E capii cos’era la Juve».
Di Boniperti si racconta che arrivasse a Villar Perosa con il contratto già pronto, la cifra già scritta. Voi dovevate solo firmare.
«Questa è un po’ una leggenda. La cifra si discuteva, si concordava. È vero: non era molto alta. Ma se vincevi arrivavi a guadagnare il triplo. Capitava che dovessimo incontrare la squadra di un presidente che a Boniperti era antipatico, e lui entrasse negli spogliatoi: ragazzi, oggi, se vinciamo, superpremio…».