25/05/2022 08:17
Resta ancora un giallo la natura degli scontri verificatisi domenica scorsa al Picco tra le tifoserie di Spezia e Napoli nell'ultima di campionato. Sul Secolo XIX si leggono le testimonianze dei tifosi spezzini che accusano i fan azzurri
Uno di loro, Michele Pastorello, racconta:
«Ero in curva Piscina ad un metro da intere famiglie napoletane sistemate nel nostro settore con sciarpe e maglie azzurre, senza che nessuno di noi trovasse da dire. Una volta dentro ci siamo ritrovati a contatto con una quarantina di tifosi napoletani, per lo più papà con i figli, proprio attaccati al divisorio in plexiglas, senza che nessuno li disturbasse. Di là dal vetro, invece, c’erano tifosi napoletani scatenati, con le cinghie in mano a insultarci e minacciarci: dopo il primo gol prima una pioggia di monetine, subito dopo diverse torce accese ci hanno raggiunto provocando ustioni ad adulti e ragazzi. Se è vero che all’andata qualche coro contro Maradona a Napoli è partito, domenica prima degli incidenti per me non era stato intonato alcun coro analogo».
E ancora Sergio Vergassoal:
«Secondo me la più grande responsabilità va attribuita agli organi competenti in materia di sicurezza. Conoscono tutto delle curve: sapevano che si trattava di una partita a rischio. Credo sia stato una leggerezza, dovuta in parte al comportamento delle tifoserie precedenti, in parte al fatto che la partita non contasse per il risultato. Aggiungo una cosa: malgrado il caldo africano i napoletani sono arrivati con cappucci, maschere eccetera, e la cosa non lasciava ben sperare».