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Sconcerti: La Serie A ora è bellissima, sapete perché?

06/10/2021 14:52

Sconcerti: La Serie A ora è bellissima, sapete perché? |  Sport e Vai

Mario Sconcerti ha capito il motivo del cambio di appeal della serie A. "Ora è bellissima", sentenzia il giornalista sulle colonne del Corriere della Sera, è il merito è tutto di una serie di fortunate circostanze. Ecco il lungo e dettagliato articolo pubblicato sull'edizione odierna del quotidiano, con l'analisi sul massimo campionato.

"Il calcio italiano è cambiato. L'evidenza è arrivata con l'Europeo, ma la trasformazione della Nazionale è stata elitaria, non rappresentava la realtà del campionato. Il cambiamento adesso è invece dentro qualunque piega, forse non è ancora confermato, ma è visibile. Da dove arriva e cosa sta portando? Parte da due dati molto chiari. Il primo è che si gioca con 13 allenatori che un anno fa non c'erano. Inzaghi, Juric e Italiano c'erano, ma allenavano un'altra squadra. Solo Pioli, Mihajlovic, Gasperini e Gotti sono rimasti nelle vecchie squadre. Se cambiano 16 tecnici, è fatale cambi il gioco di tutti.

Il secondo dato è altrettanto forte. Si segna come mai in Italia, 224 reti in 70 gare, 3,20 a partita, due sole sono finite 0-0. Accade da mesi. È come se il lockdown ci avesse costretto a un fortissimo rimbalzo. Come se ci fossimo svegliati dal virus con la voglia di spaccare il mondo e ci fossimo riusciti. L'aspetto più evidente è che è diminuito il palleggio, non è più un sistema di gioco complessivo, è un momento di riposo durante la gara. Ma è cambiato anche il modo di difendersi. Quando la Juve gioca col Chelsea negli ultimi trenta metri per tutta la partita, non marca a uomo, non fa vecchio calcio all'italiana. Commette appena 8 falli. Nel vecchio calcio ne avrebbe commessi trenta.

Oggi non c'è esuberanza fisica, approssimazione, oggi si marcano le linee di passaggio, si prende il pallone interrompendo la traiettoria, prima di cadere addosso all'avversario. Questa è modernità. Pioli tiene Calabria e Theo dentro il campo, mai troppo esterni. Il Milan stringe lo spazio e poi si allarga e lì manda i suoi attaccanti di talento. Anche questa è diversità. I movimenti cambiano però sempre dal basso, sono le piccole squadre che devono sperimentare, le grandi devono vincere.

Oggi ci sono tecnici giovani come Dionisi, Zanetti, Italiano, Tudor, ma anche meno giovani come Mihajlovic, Gotti, Andreazzoli, che giocano di collettivo, in verticale, subiscono un attacco e lo restituiscono, portano tanti uomini in area. Oggi si vedono molte squadre organizzate benissimo, così bene da far venire il dubbio che i tecnici siano più insegnanti di calcio che allenatori da risultato. Una fase estetica che il nostro calcio poche volte ha conosciuto. Questo maggior movimento verticale portato avanti da più giocatori ha aperto spazi che sui nostri campi erano chiusi.

Oggi capita di vedere difese molto alte, quasi a metà campo. Capita che un dribbling o un passaggio superino un'intera linea di gioco. Il movimento crea sempre entropia, cioè disordine. E il disordine costruisce i gol. Segnare tanti gol significa infatti subirne altrettanti. Quanti mai ne avevamo subiti. È cambiata la mentalità, conseguenza questa di una differenza di qualità individuale. Le squadre forti sono molto più forti delle deboli. Le quali usano il campionato per affermare se stesse a livello singolo. La gara è una vetrina intelligente. Si è abbassato il gioco di squadra in senso rigoroso, si tentano spunti e passaggi fuori dagli schemi. Esiste un marketing individuale da ribadire in tv.

Si punta più sui giovani, ma questa è una strategia da alchimista, serve un capolavoro nelle dosi. Il Sassuolo ha i due migliori centravanti giovani, Raspadori e Scamacca, ma sta arretrando in classifica perché in due hanno segnato un gol. Anche usare tanti giovani è un buon modo di aumentare l'entropia, perché il disordine diventa collettivo. Per questo per le grandi i giovani sono un lusso. E per questo il Milan è una squadra lussuosa. Esistono infine molti presidenti americani in gara con se stessi. Sono tenuti d'occhio dai media Usa, il New York Times mette molte volte il calcio italiano in prima pagina. I presidenti americani non hanno comprato per niente, sanno che solo lo spettacolo potrà portare soldi. E questo stanno chiedendo tutti ai loro allenatori: bellezza. Forse ci stanno riuscendo".


Tags: serie a allenatori mario sconcerti

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