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Sconcerti fu suo dirigente: Mancini si sente genio perdente, vi spiego

22/11/2022 10:20

Sconcerti fu suo dirigente: Mancini si sente genio perdente, vi spiego |  Sport e Vai

Lui lo conosce meglio di altri. Mario Sconcerti era un dirigente della Fiorentina quando Roberto Mancini muoveva i suoi primi passi da allenatore in quella seconda carriera - dopo quella da giocatore - che l'avrebbe poi portato a diventare ct della Nazionale. L'editorialista del Corriere della Sera gli scrive quasi una lettera aperta, questi i passaggi principali

Mancini ha un'alta considerazione di sé e la merita. Non prende le sconfitte per quello che sono, spesso un inciampo. Le prende come una discussione su se stesso... Ora è come costretto alla normalizzazione, per lui un cambiamento profondo... Credo che il suo primo desiderio oggi sarebbe scomparire, ma anche questo sarebbe un limite.  È questo non poter guidare bene il proprio destino a farlo soffrire. Non dipendere come sempre dal proprio talento, ma da qualcosa che lo costringe ad aspettare.
 

Credo si senta un genio intaccato che non riesce più a illuminare la lampada. È vero che tutto è utile, anche saper perdere, ma è una sensazione di misura che Mancini poche volte ha avuto. Si spiega così la sua frenesia di ricerca, le ondate di nuovi giocatori che s' inventa ogni volta. Sembrano esperimenti da ago nel pagliaio, Mancini ha bisogno di giocatori e in parte li ha. Se si cercano amichevoli inutili si ottengono risultati inutili. Ma l'Italia, anche oggi, se fosse al Mondiale, passerebbe il turno in qualunque girone. Credo che Mancini debba andare in cerca soprattutto della fiducia in se stesso, la differenza dell'Italia è sempre stato lui, nessun altro suo calciatore.


Tags: nazionale mancini sconcerti

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