Sacchi vuota il sacco sulla lite con Vialli e il no al Milan

Avrebbe potuto dare di più Gianluca Vialli alla Nazionale. Fino ai Mondiali '90 fu il leader e trascinatore della Giovane Italia di Vicini, poi fu scavalcato da Baggio e Schillaci e dopo l'addio di Vicini non ebbe un bel rapporto con Sacchi. Lui stesso diceva di non approvare i metodi di allenamento e la storia azzurra di Vialli finì praticamente lì. Si è parlato di un violento litigio tra il bomber e Sacchi ma sulla Gazzetta l'ex ct smentisce e dice

Poi c’è stato il periodo della Nazionale e lui decise di non vestire più la maglia azzurra. Si sono dette tante cose, in quei giorni, persino che io e lui avessimo litigato. Niente di vero. Semplicemente Vialli aveva delle motivazioni personali che gli fecero prendere quella strada, e io quelle motivazioni le ho sempre rispettate.

Vialli disse no anche al Milan di Sacchi

Telefonai a Vialli e lo invitai a casa mia, a Fusignano, per una cena. L’appuntamento saltò, ma ci parlammo al telefono. Gianluca fu molto sincero. Era lusingato dall’offerta, ringraziava Berlusconi, però aggiunse: «Preferisco essere un protagonista in provincia che uno qualsiasi in città». Tentai di convincerlo. «Gianluca feci -, ma tu hai tutto per essere un protagonista anche in città». E cominciai ad elencargli gli obiettivi, i progetti, i sogni che avevamo e dei quali avremmo desiderato che lui facesse parte. Niente, non ci fu nulla da fare. Lui scelse di restare alla Sampdoria, perché in quell’ambiente si sentiva in famiglia.