04/03/2022 08:42
Ha amici ovunque, per cui non vuol dire chi vincerà lo scudetto tra la "sua" Inter, il Napoli di Spalletti e il Milan di Massara ma Walter Sabatini ha un grande rimpianto. E lo confessa alla Gazzetta quando parla della sua avventura con Suning quando avrebbe potuto far parte dell'Inter e tutti gli effetti
Un sogno averla accarezzata. Ho sbagliato la porta d’ingresso, però. Ho accettato una richiesta interna di rimanere fuori dall’organigramma. Non avrei mai dovuto farlo. Non si va all’Inter da fantasma, all’Inter si grattano i gomiti a tavola e si fanno le cose con fermezza. È un rammarico profondo, non mi sono messo in condizione di fare il massimo: andando via da Roma, non c’era altra società che avrebbe potuto emozionarmi
Sabatini è uno dei pochi ad aver avuto un dialogo con Zhang Jindong.
«Non è un umano. È un semidio. Ricordo cene opulente nella sua residenza, io lui e Capello. Una volta io e Fabio eravamo a tavola con Lippi. Jindong scese dai piani alti per salutare Marcello, una divinità in terra. Nessuno lo vedeva mai, era un figura mitologica».
Quando era dirigente alla Lazio ha avuto a che fare con Simone Inzaghi:
«Un rompicoglioni mai visto. Aveva una grande capacità di letture delle cose: le dettava agli altri, lui spesso non riusciva a metterle in pratica. Una radiolina accesa: mi venne il sospetto potesse diventare allenatore