Rudi Garcia vuota il sacco sul violino con la Juve e l'addio di Totti

Si gode l'anno sabbatico in Costa Azzurra ("Mi avevano cercato tanti club, ma non mi interessava andare in una squadra che non gioca la Champions o che non può raggiungerla, non è nei miei piani. Sono diventato esigente, adesso è così") ma con un occhio guarda sempre il campionato italiano Rudi Garcia. E in particolare la sua ex squadra, la Roma. Il tecnico francese parla al Corriere dello sport, ricordando di aver lanciato Pellegrini.

Quanto è bravo Lorenzo! Ha tutto per essere un grande calciatore. È forte tecnicamente, è alto per essere un centrocampista e soprattutto ha una comprensione tattica non comune. Gli dici una cosa e la assorbe subito, è molto intelligente. L’aspetto in cui sta migliorando da alcune stagioni riguarda i numeri: sa fare gol e assist, è un giocatore completo. Può giocare in tutti i ruoli, sa fare tutto, lo vedo bene in questi ultimi mesi perché ha più libertà in fase offensiva, può arrivare in porta.

Nel cassetto dei ricordi c'è sempre la sua foto mentre suona ironicamente il violino durante Juve-Roma

Eravamo avanti, poi la Juve segnò il gol del pareggio ma c’era fallo su Benatia. Fu un gesto istintivo, io ho sempre difeso i club dove ho allenato. In quel caso non ho sopportato un’ingiustizia, una grande ingiustizia. Un gesto elegante? Lascio a voi l’interpretazione.

Garcia è stato l’ultimo allenatore che è riuscito a gestire Totti.

Il capitano era ancora un grande giocatore, è sempre stato un fuoriclasse, prima di me, con me e dopo di me. Uno come Francesco non lo avevo mai incontrato. Vede tutto prima degli altri, nessuno è come lui. Ha un tiro formidabile. Sono molto fiero di essere stato il suo allenatore, ci mandiamo ancora messaggi, spero di venire a Roma per incontrarlo.Io mi tengo solo i bei ricordi, mi piacerebbe un giorno tornare ad allenare la Roma, o anche altrove, in Italia. Amo la lingua, il Paese, la serie A.