10/04/2021 00:18
Intervenuto alla trasmissione Il tribunale delle romane su Rete Oro, l'ex dirigente della Roma Walter Sabatini ha parlato dei suoi trascorsi giallorossi in vista del match di domenica tra la squadra di cui è attualmente ds, il Bologna e, appunto, la Roma di Paulo Fonseca.
Proprio partendo dall'allenatore portoghese, Sabatini spiega:
Lo confermerei? Certo, per quello che ho visto alla Roma, sì. Però, non conosco bene che cosa è successo all'interno della squadra e che cosa succede in questo momento a Roma. Anche perché, a oggi, non ho necessità di parlare con loro, e viceversa. So che c'è Tiago Pinto, che non conoscevo, ma è difficile capire con chi parlare. Sapete che cosa penso? Penso che la Roma sia distratta e non abbia ancora notato i campioni che abbiamo a Bologna. Li vedranno domenica. Sono convinto che in squadra abbiamo giocatori da Roma.
Dzeko? Un vero professionista
Sulla decisione di togliere la fascia da capitano a Dzeko, Sabatini rivela:
Quella è una cosa che non avrei mai fatto. Penso che Dzeko non possa aver fatto una cosa tanto grave da meritarsi quel trattamento. Lui è un grande professionista e lo ha dimostrato anche l'altra sera contro l'Ajax. Il ruolo di Tiago Pinto a Roma? Lui non è un mio collega. Al Benfica faceva altro. Poi, però, se ritengono che a Roma possa fare lo scouting, il ds e l'organizzatore, chi sono io per dire che non va bene?
Sul silenzio dirigenziale e sulla mancanza di una leadership a Roma, Sabatini non ha dubbi:
Personalmente penso che alla Roma manchi un front-man. Se ripenso a quante volte ho dovuto fronteggiare i tifosi fuori da Trigoria... Roma è una piazza che vuole e merita spiegazioni, a cui devi raccontare il progetto. Tutto il silenzio che si è creato attorno alla squadra non fa bene e non è corretto. Che cosa penso dei Friedkin? Non so, non mi convincono. Perché? Beh, non li ho mai sentiti parlare della Roma. Certo, si può anche dire che il silenzio sia d'oro, ma questo a Roma non vale. Penso che se sei il proprietario della Roma devi confrontarti con l'ambiente, parlare con i tifosi. La nuova proprietà non lo ha fatto e, per questo, non mi convince.
Poi, il ds del Bologna torna sul suo addio alla Capitale e su quel contratto fatto firmare a Massimiliano Allegri e che lo avrebbe vincolato alla Roma ancora prima della Juventus:
Sono andato via perché mancava un dialogo costruttivo con Pallotta. C'era meno entusiasmo, forse gli serviva un aiuto dall'interno, ma Roma non puoi raggirarla, è generosa e ti devi confrontare con tutti. Allegri? Non lo onorò i nostri accordi. Gli avevo consigliato di lasciare il Milan e venire a Roma, ma ha preferito andare alla Juve. Così abbiamo dovuto riorganizzarci e andare prima su Rudi Garcia poi su Luciano Spalletti. Il primo lo difesi sempre, forse anche troppo e anche quando sapevo che sarebbe arrivato Spalletti.
Infine, Sabatini si sofferma sul suo rapporto con Franco Baldini:
Baldini non andava bene per il ruolo che gli aveva affidato Pallotta. C'è come persona fisica, ma non come riferimento. Non potevo parlare con il presidente attraverso un suggeritore, non esiste in nessuna azienda. Baldini aveva un ruolo poco piacevole, direi nefasto, e ne era consapevole. Io non sono certo un acchiappafantasmi, sono un uomo di calcio e quella situazione non faceva per me.