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Reina racconta il suo calvario col virus

31/03/2020 08:34

Reina racconta il suo calvario col virus |  Sport e Vai

«Non esco da diciotto giorni, isolato lo sono stato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza… L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare... I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza». Pepe Reina racconta al Corriere dello sport i momenti difficili dopo aver contratto il corona virus. L'ex portiere di Napoli e Milan dice: «Poi ho cominciato a uscire nelle ore notturne, quando i ragazzi e i miei suoceri dormivano. Una vita a targhe alterne. Faccio ancora attenzione a tenermi a distanza dai genitori di Yolanda, non sono più giovanissimi.I medici della Premier mi avevano diagnosticato il virus, mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire. Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. Voglia di tornare in campo? No, non ne ho affatto. Seguo l’evolversi della situazione, mi informo, vediamo. Sono in prestito fino a maggio. Ma quale maggio, forse giugno, luglio, agosto… ero venuto a Birmingham perché avevo bisogno di giocare ogni fine settimana, volevo sentirmi di nuovo protagonista e la sfida che mi aveva proposto l’Aston Villa era l’ideale. Adesso non so più quando, né come finirà. Da queste parti la situazione si è aggravata negli ultimi cinque, sei giorni. Le restrizioni sono minori rispetto a quelle italiane, si può ancora uscire per fare una passeggiata o una corsa nel parco, anche se il Governo ha chiesto a tutti di restare il più possibile a casa». 


Tags: milan napoli Reina

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