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Ravezzani: Vi spiego nuova strategia Milan, non è detto sia un male

22/06/2021 14:09

Ravezzani: Vi spiego nuova strategia Milan, non è detto sia un male |  Sport e Vai

Con una serie di articolati post su Twitter, il giornalista e conduttore Fabio Ravezzani spiega la nuova strategia del Milan sul mercato e da dove nasce. Chiarendo che non è detto che la nouvelle vague di Maldini possa rappresentare un male per il club, anzi. L'importante - ammonisce Ravezzani - è che i tifosi capiscano che il progetto è a medio-lungo periodo e non esigano successi a stretto giro di posta.

Milan, l'analisi di Ravezzani

Ecco la ponderosa analisi di Ravezzani:

"Al di là dei mandolinari di regime o degli ipercritici, facciamo un ragionamento serio su Elliott e il Milan? Bene. Iniziamo dai passivi di gestione da quando è subentrato il Fondo americano. Si è passati da un rosso di 126 mln a 146 fino ai 195 dell’ultimo anno. Colpa dei dirigenti scelti da Elliott (Leonardo, poi Gazidis) che si sono affidati a operatori di mercato (Maldini e Massara) che pur col terzo monte ingaggio della A non sono riusciti per 2 anni ad arrivare in Champions pasticciando molto con allenatori e acquisti in contanti sbagliati".

"Altro problema è il fatturato (area Gazidis) che in 3 anni è sceso da 214 a 206 mln (anche se c’è un leggero miglioramento rispetto all’esercizio 2018 (196) malgrado il Covid. Ma a livello commerciale non si notano benefici particolari. Di qui i mega passivi. Giustamente Elliott ha imposto una brusca frenata. Il monte ingaggi è sceso da 140 a 90 mln (ottimo) evidentemente perché il Fondo dopo aver visto l’emorragia dei primi 2 anni ha imposto restrizioni severissime per non ripianare una media di 150 mln l'anno. Questo ha inevitabilmente impattato sul valore della rosa, composta da molti prestiti e calciatori in scadenza di contratto o quasi".

 "Conclusione: un calcio sostenibile come ha (finalmente) capito anche Elliott non è mai sbagliato. Il punto diventa: i tifosi lo capiranno? Perché se poi non arrivano risultati i tifosi (abituati a primeggiare) possono allontanarsi. C’è un’immagine e una tradizione che devono essere alimentate. Per avere bilanci in ordine e primeggiare a lungo (Atalanta, Lazio) devi avere i migliori operatori di mercato. Questa è la vera sfida. Perché un fatto è chiaro: per Elliott il Milan è business, non questione di cuore".

"A Singer non importa nulla di illustrare la propria persona attraverso risultati sportivi come un grande industriale, uno sceicco o un oligarca russo. Il Fondo si è semplicemente stufato di ripianare perdite perché l’obiettivo finale resta vendere il club e guadagnarci. Legittimo. Il futuro del Milan è tutto nelle mani di brillanti operazioni di mercato a costi e ingaggi medi. Perché in precedenza si è sbagliato troppo. Di qui le nuove strategie. Non per forza sarà un male. Se si è bravi".


Tags: milan elliott Ravezzani

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